L’appalto milionario perso e l’intercessione di Adamo al Tar di Catanzaro

L'esponente della sinistra calabrese avrebbe accettato di aiutare l'imprenditore ad ottenere l'appalto dei lavori su Vibo, chiedendo in cambio 50mila euro

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Bisognava vincere a tutti i costi l’appalto per una gara bandita dal comune di Vibo, che valeva 6milioni di euro, nonostante la domanda fosse già stata bocciata e il modo migliore sarebbe stato quello di chiedere l’intercessione di Nicola Adamo, storico esponente della sinistra calabrese, con una lunga militanza nel Pci,  poi passato nel Pds, nei Ds e infine nel Pd. Adamo consigliere regionale per quattro legislature, uno dei più stretti collaboratori dell’attuale governatore Mario Oliverio, sarebbe stato il gancio per arrivare al Tar. Ma andiamo per gradi.

Le interferenze illecite. Nell’ordinanza, che ha portato all’arresto di oltre 330 indagati, coinvolti nell’operazione della Dda di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri, nome in codice “Rinascita Scott”, è riportato l’incontro tra l’imprenditore siciliano Giuseppe Capizzi e l’ex consigliere regionale Pietro Giamborino, un incontro durante il quale l’imprenditore parla di una gara di appalto non vinta e del ricorso presentato davanti ai giudici del Tar della Calabria. Capizzi chiede a Giamborino un aiuto per risolvere la causa, intervenendo eventualmente sui componenti della commissione del Tribunale amministrativo regionale, che avrebbero poi dovuto decidere sulla controversia in questione. Dallo scambio di battute emerge che Giamborino avrebbe investito della vicenda il presidente della II sezione del Tar Nicola Durante, ma che bisognava essere molto cauti, appellandosi alle grazie di Adamo, al quale durante l’incontro avvenuto il 3 aprile 2018 gli prospetta la situazione, riferendogli di un ricorso presentato da un giovane imprenditore catanese nei guai per la mancata aggiudicazione di una gara di appalto inerente lavori da eseguirsi nella città di Vibo. Nello spiegare la questione, Giamborino precisa che il Tribunale amministrativo avrebbe proceduto alla nomina di una commissione tecnica regionale per esprimere un parere sul merito del ricorso, auspicando che i membri della stessa venissero individuati tra professionisti della Regione o dell’Università.In sostanza la richiesta era quella di avere una commissione amica.

I soldi da sborsare in cambio del favore. Adamo, avrebbe accettato di intercedere con il Tar, per “sostenere la posizione processuale”  in cambio della proposta, però, avrebbe chiesto “di ricevere 50mila euro come “prezzo della sua mediazione illecita”.

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