Processi “aggiustati” a Catanzaro, i verbali del pentito: “Ho dato 30mila euro al giudice”

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La svolta è di quelle clamorose e promette sviluppi ancor più esplosivi che fanno tremare il Tribunale di Catanzaro. Emilio Santoro, il “faccendiere” che avrebbe pagato il giudice della Corte d’Appello Marco Petrini per “aggiustare” i processi, ha iniziato a collaborare con i magistrati della Procura di Salerno titolari delle indagini sfociate nella cosiddetta operazione “Genesi”. E’ pieno di omissis il verbale di 266 pagine trascritto lo scorso 20 gennaio durante l’interrogatorio al quale è stato sottoposto l’ex dirigente dell’Asp di Cosenza. Nel carcere di Secondigliano dove si trova recluso Santoro avrebbe fatto altri nomi e l’inchiesta sembre destinata ad allargarsi. L’arresto di Petrini potrebbe essere quindi solo la punta di un iceberg nell’indagine condotta dalla Procura di Salerno competente per i reati che riguardano i magistrati calabresi.

La confessione. Secondo l’accusa sarebbe stato proprio Santoro a “stipendiare” mensilmente il giudice Petrini. Davanti al pm Luca Masini, Santoro ha confermato tutto ciò che aveva già dichiarato al Gip nel corso dell’interrogatorio di garanzia e cioè di aver consegnato somme di denaro e altre utilità al presidente di sezione della Corte d’Appello di Catanzaro. Importi di denaro variabili: “Certe volte cinquecento, mille, mille e cinque, duemila a seconda” confessa Santoro davanti al pubblico ministero che poi chiede qual è la somma più grossa e la risposta è chiara: “Trentamila euro”. Una somma che sarebbe stata consegnata insieme ad un commercialista di Cosenza per la causa di Antonio Saraco, coinvolto nel processo nato dall’operazione “Itaca Free Boat”. “La finalità – spiega Santoro – era quella di ammorbidire il procedimento penale”. Sarebbe quindi servita per ottenere il dissequestro dei beni o di parte dei beni della famiglia Saraco.

Gli omissis. Il pm chiede poi se Santoro abbia mai consegnato o promesso somme di denaro ad altri magistrati sia in relazione a processi penali che a causa tributarie: “Si – è la risposta dell’indagato dopo aver fatto ‘mente locale’ – ricorsi tributari se non vado errato… si. Mi sembra di sì”. Il resto è omissato e sembra anticipare un’altra puntata tutta da svelare.

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