Cronaca

‘Ndrangheta, faida delle Preserre nel Vibonese: ferito anche un ragazzo down. Sette fermi nella notte (VIDEO)

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Le indagini sono dirette dai Sostituti procuratori della Dda Annamaria Frustaci e Filomena Aliberti e coordinate dall’Aggiunto Giovanni Bombardieri e dal Procuratore Capo Nicola Gratteri

Luce sulla cosiddetta faida delle Preserre che ha insanguinato per anni l’entroterra vibonese. Blitz della Squadra Mobile di Vibo Valentia e del Commissariato di Serra San Bruno. Si è partiti dal tentato omicidio dei fratelli Giovanni Alessandro e Manuel Nesci, quest’ultimo minorenne ed affetto dalla Sindrome di Down, arrivando a fare luce su uno spaccato delle attuali dinamiche criminali dell’entroterra vibonese e sulla guerra tra famiglie di ‘ndranhgheta che ha visto contrapposte le famiglie locali dei Loielo ed Emanuele-Maiolo nel contendersi il controllo del territorio.

Operazione “Black widows” Gli uomini della Squadra Mobile di Vibo Valentia e del Commissariato di Serra San Bruno, con il supporto dello Sco, il Servizio Centrale Operativo di Roma, e del Reparto Prevenzione Crimine del capoluogo calabrese, hanno eseguito un decreto di fermo, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, nei confronti di sette persone ritenute responsabili, a vario titolo, di tentato omicidio, detenzione e porto abusivo di armi (provento di furto o comunque alterate per aumentarne la potenzialità offensiva, i cosiddetti fucili a canne mozze), oltre che di ricettazione: reati che sono tutti aggravati dal metodo mafioso. Le indagini sono dirette dai Sostituti procuratori della Dda Annamaria Frustaci e Filomena Aliberti e coordinate dall’Aggiunto Giovanni Bombardieri e dal Procuratore Capo Nicola Gratteri.

Donne di mafia Sullo sfondo emergerebbe poi la figura delle donne di mafia, in particolare degli Inzillo, che sempre secondo la tesi degli investigatori avrebbero operato con “inusitata violenza delle affermazioni”, con una determinazione “evidenziata nei propositi omicidiari”, con un costante incentivo all’azione assicurato in favore dei “maschi buoni” della famiglia, cioè quelli capaci di commettere le azioni delittuose, oltre che l’apporto che in prima persona le stesse avrebbero assicurato nella custodia delle armi, in questo caso non avendo nemmeno remore nel coinvolgere anche la madre anziana, indotta dalle figlie a nascondere una pistola nella sua biancheria intima, così da evitare eventuali controlli delle forze dell’ordine.

ECCO I NOMI DELLE SETTE PERSONE FERMATE (Clicca qui)

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