Cronaca

‘Ndrangheta, scacco ai Bonavota. Gratteri: “Presto nuove inchieste” (VIDEO)

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Il procuratore della Dda di Catanzaro loda il lavoro meticoloso dei carabinieri e sottolinea l’importanza delle dichiarazioni del collaboratore  Andrea Mantella “Testata l’attendibilità”

di MIMMO FAMULARO

Il lavoro meticoloso dei carabinieri e le dichiarazioni del pentito vibonese Andrea Mantella. Poggia su queste basi l’impianto accusatorio costruito dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro che ha azzerato i vertici del clan Bonavota di Sant’Onofrio con il fermo, in particolare, dei fratelli Pasquale, Nicola (che si è reso latitante) e Domenico Bonavota, già coinvolti in passato in altre inchieste condotte dai carabinieri di Vibo.

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operazione-conquista-foto-clan-bonavota-1Le parole di Gratteri. L’importanza del lavoro dei militari dell’Arma ed, in particolare, di quelli che lavorano nelle varie Stazioni, è stato sottolineato dal procuratore Nicola Gratteri: “Quest’indagine – ha dichiarato – ha avuto una marcia in più per il contributo fattivo delle Stazioni dei carabinieri ch hanno raccolto elementi e prove poi sintetizzati dal Comando provinciale di Vibo. Elementi e prove che ci permettono di contestare due omicidi di mafia e due tentativi di estorsione ad uno degli imprenditori più importanti che abbiamo in Calabria. Quest’inchiesta – aggiunge Gratteri – è stata importante anche per sondare l’attendibilità del collaboratore di giustizia Andrea Mantella che parla, tra l’altro, di una delle famiglie di ‘ndrangheta più importanti sul piano internazionale, quella dei Mancuso”.

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Operazione Conquista, conferenza stampa BonavotaLe dichiarazione di Bombardieri. Il procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro, Giovanni Bombardieri, si è soffermato sulla forza dei Bonavota e sul loro tentativo di imporre il dominio nell’hinterland Vibonese, in particolare, a Sant’Onofrio e nella zona indistriale di Maierato. E’ in questo contesto che nel 2004 sono maturati due omicidi “eccellenti” ricostruiti dall’inchiesta odierna: quello di Raffaele Cracolici avvenuto il 4 maggio del 2004 e quello di Domenico Di Leo, ucciso il 12 luglio dello stesso anno. “I Bonavota – ha detto Bombardieri – chiesero l’aiuto di Andrea Mantella che all’epoca faceva capo ai Lo Bianco. Le sue dichiarazioni hanno trovato riscontro fattuale in dati scientifici e riscontri tecnici con il lavoro meticolsoo dei carabinieri di Vibo”.

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I riscontri dei carabinieri. Soddisfatto il comandante provinciale dei carabinieri di Vibo, il colonello Gianfilippo Magro: “Con quest’operazione abbiamo azzerato una delle cosche più agguerrite che si è resa protagonista di delitti efferati”.

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