Cronaca

‘Ndrangheta: operazione contro il clan Bonavota, c’è anche un avvocato indagato (NOME)

operazione-conquista-mantella-bonavota.png

Indagato pure un imprenditore che avrebbe contribuito a fornire un alibi falso ad Andrea Mantella in occasione dell’omicidio del boss di Maierato Raffaele Cracolici

Ci sono anche un avvocato, un parente di Andrea Mantella (attuale collaboratore di giustizia) ed un imprenditore fra gli indagati dell’operazione antimafia denominata “Conquista” contro il clan Bonavota di Sant’Onofrio. In particolare Andrea Mantella, all’epoca detenuto ed accusato di essere stato uno degli esecutori materiali dell’omicidio di Raffaele Cracolici, alias “Lele Palermo”, il boss di Maierato ucciso il 4 maggio del 2004 a Pizzo Calabro, avrebbe consegnato dal carcere un “pizzino” ad un avvocato.

Mantella

Andrea Mantella

Il legale a sua volta avrebbe portato il “pizzino” ad un parente di Andrea Mantella il quale l’avrebbe infine consegnato al titolare di un mattatoio avente sede nella stessa zona del territorio comunale di Pizzo dove è stato ucciso Raffaele Cracolici. L’imprenditore ha poi testimoniato a favore di Andrea Mantella in ordine alla circostanza che all’ora del delitto il futuro collaboratore di giustizia sarebbe stato presente nel suo mattatoio. Anche in virtù di tale testimonianza, Andrea Mantella – unitamente a Francesco Scrugli – è stato prosciolto nel 2009 dall’omicidio di Raffaele Cracolici, nonostante le indagini dei carabinieri basate pure sull’esame dei tabulati telefonici (era stata rilevata la presenza del cellulare di Mantella sul luogo del delitto) e sulle dichiarazioni del pentito Francesco Michienzi di Acconia di Curinga. In particolare, il titolare del mattatoio venne sentito per delle dichiarazioni difensive raccolte dal legale di Andrea Mantella che anche grazie a tale testimonianza ottenne l’annullamento dell’ordinanza a sua carico. L’avvocato è indagato per tale sua attività di “messaggero” della volontà di Andrea Mantella. Lo stesso collaboratore di giustizia ha anche spiegato agli inquirenti di non aver svelato all’avvocato il contenuto del “pizzino”. Il legale è comunque indagato per la trasmissione all’esterno del biglietto da parte del detenuto, con la consegna ad un soggetto – parente di Mantella – vicino ad ambienti criminali affinchè si adoperasse per creare un alibi falso in favore dello stesso Andrea Mantella.

toga camera penale

AGGIORNAMENTO. Ecco il nome del legale. Si tratta dell’avvocato Giuseppe Di Renzo del foro di Vibo Valentia, accusato del reato di favoreggiamento personale aggravato dalle finalità mafiose. Il legale, su richiesta di Andrea Mantella, è accusato di aver violato i doveri derivanti dall’esercizio della professione e la disciplina prevista dall’ordinamento penitenziario a seguito del colloquio del 5 novembre del 2007 tenuto nel carcere di Palmi. In particolare, seconco le indagini della Dda di Catanzaro e dei carabinieri di Vibo, avrebbe portato fuori dall’istituto di pena la missiva di Andrea Mantella contenente l’indicazione a Francesco Lo Bianco (cl. ’70, cugino di Andrea Mantella) di Vibo Valentia (altro indagato per il medesimo reato) di contatttare Antonio Falbo (altro indagato) al fine di fargli riferire circostanze false in relazione alla ragione per la quale il suo cellulare agganciava la cella di Francavilla Angitola Stazione il giorno dell’omicidio di Raffaele Cracolici (4 maggio 2004) ed anche nei giorni precedenti in cui venivano eseguiti i soprannomi in modo da scagionarlo dal delitto. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, l’avvocato Giuseppe Di Renzo avrebbe redatto il verbale di assunzione ad informazioni nei confronti di Antonio Falbo, atto che verrà depositato al Tribunale del Riesame il 12 dicembre 2007, unitamente all’istanza di Riesame e sulla base del quale sarà scarcerato Andrea Mantella.

omicidio-cracolici-raffaele

Francesco Lo Bianco, ad avviso della Dda (pm Camillo Falvo), dopo aver appreso il contenuto della missiva a lui consegnata dall’avvocato Di Renzo, avrebbe riportato ad Antonio Falbo quello che lo stesso avrebbe dovuto riferire in ordine alle ragioni di Andrea Mantella sul posto. Antonio Falbo avrebbe invece riferito falsamente all’avvocato Di Renzo, nel verbale di informazioni difensive, che nel periodo aprile-maggio 2004 Andrea Mantella si sarebbe recato nella sua azienda ubicata nella zona dove è stata agganciato il telefonino di Mantella alla cella telefomnica di Francavilla Angitola.

Così facendo, tutti gli indagati sono accusati di aver aiutato Andrea Mantella – autore materiale dell’omicidio di Raffaele Cracolici – ad eludere le investigazioni, tanto che lo stesso dopo essere stato arrestato il 19 novembre 2007, veniva scarcerato dal Tdl il 28 gennaio 2008.

Vibo: nota dell’avvocato Di Renzo dopo il coinvolgimento nell’inchiesta della Dda

LEGGI ANCHE

‘Ndrangheta, scacco ai Bonavota. Gratteri: “Testata la credibilità di Mantella” (VIDEO) ‘Ndrangheta, “decapitato” il clan Bonavota: due arresti in flagranza di reato (NOMI)
‘Ndrangheta, “decapitato” il clan Bonavota. Ci sono 6 fermi e uno è irreperibile (NOMI-VIDEO) ‘Ndrangheta: operazione a Vibo e Roma contro clan Bonavota, 6 arresti
Più informazioni