Cronaca

Agguato a Spilinga nel 2003, il boss di Zungri e uno dei presunti killer respingono le accuse

Sono stati interrogati nel carcere di Vibo Giuseppe Accorinti e Domenico Polito, due dei quattro indagati per l'omicidio di Raffaele Fiamingo e il tentato omicidio di Francesco Mancuso

Polito-Accorinti-Mancuso-Prenesti

Si sono conclusi gli interrogatori di garanzia nei confronti dei quattro indagati coinvolti nell’operazione “Effetto fatale” che venerdì scorso ha fatto luce sull’agguato compiuto a Spilinga nel 2003 contro Raffaele Fiamingo, detto Lele il Vichingo, e Francesco Mancuso, alias Ciccio Tabacco.

Interrogatori in carcere. E’ stato sentito in carcere a Prato il boss Cosmo Mancuso, accusato di essere il mandante dell’azione di fuoco. Il 70enne, già coinvolto nell’operazione Rimpiazzo contro il clan dei Piscopisani, si trova detenuto dopo essere stato condannato in primo grado nell’inchiesta “Costa Pulita”. Si trova invece recluso a San Vittore Antonio Prenesti, detto “Yo Yo”, ritenuto l’esecutore materiale dell’omicidio Fiamingo e del ferimento di Mancuso. Anche lui è stato interrogato per rogatoria. Hanno risposto alle domande del gip Giulio De Gregorio e contestato il quadro indiziario negando ogni responsabilità in merito ai fatti contestati gli altri due indagati: Giuseppe Accorinti, il presunto boss di Zungri accusato di aver accompagnato sul luogo dell’agguato i due killer, e Domenico Polito di Tropea, ritenuto l’altro “sicario” in azione quella notte a Spilinga. Entrambi sono reclusi nel carcere di Vibo.

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