Cronaca

Nuovo colpo alla ‘ndrangheta vibonese, decapitati i clan Mancuso e Accorinti. Le immagini degli arresti (NOMI-FOTO-VIDEO)

Luce sul ferimento del boss Francesco Mancuso, alias Tabacco e sull'omicidio di Raffaele Fiamingo avvenuti nel 2003. Prezioso il contributo fornito dai collaboratori di giustizia Emanuele Mancuso e Andrea Mantella

A distanza di poco più di 48 ore dal blitz contro i clan dei Piscopisani, la polizia di Stato piazza un altro colpo contro la 'ndrangheta vibonese. Dopo l'operazione "Rimpiazzo", ecco quella denominata "Errore fatale". Le Squadre Mobili di Vibo e di Catanzaro, unitamente al personale del Servizio centrale operativo di Roma, sono nuovamente entrate in azione. Sotto il coordinamento della Procura distrettuale antimafia di Catanzaro hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di quattro persone, ritenute responsabili del tentato omicidio di Francesco Mancuso, alias "Tabacco" e dell'omicidio di Raffaele Fiamingo, avvenuto a Spilinga nel luglio del 2003.



Giuseppe Accorinti

Domenico Polito

I nomi. In manette sono finiti esponenti di spicco della 'ndrangheta vibonese. Si tratta di Giuseppe Accorinti, detto "Peppone", ritenuto dagli inquirenti il boss di Zungri; Domenico Polito, detto Mimmo, originario di Paradisoni di Briatico ma residente a Tropea; Antonio Prenesti di Nicotera (arrestato dalla polizia a Milano) e Cosmo Mancuso, già in carcere nell'ambito di altri procedimenti penali e condannato nell'ambito del processo scaturito dall'operazione "Costa Pulita"

"Peppone" e la Madonna della Neve. Il nome di Giuseppe Accorinti è finito più volta al centro della cronaca. Lo scorso 5 agosto a Zungri, il suo paese, cercò di infilarsi tra i portatori della statua della Madonna della Neve, la santa patrona del centro vibonese dell'altopiano del Poro. La sua presenza venne segnalata da alcuni cittadini ai carabinieri che sospesero la processione e bloccarono l'uomo conducendolo in caserma. Accorinti ha precedenti per associazione mafiosa, estorsione, lesioni. Per gli inquirenti è il referente dei Mancuso a Zungri.

Il "braccio armato". Secondo gli inquirenti Polito sarebbe il "braccio armato" dei Mancuso e già in passato era finito al centro della cronaca giudiziaria per essere rimasto coinvolto nell'operazione "Odissea". Il suo curriculum criminale raccoglie precedenti per associazione mafiosa, uusura, estorsione e favoreggiamento.

Antonio Prenesti

Cosmo Mancuso

"Yo yo". E' il soprannome dell'altro arrestato nell'operazione odierna, Antonio Prenesti di Nicotera, già coinvolto nella storica inchiesta "Dinasty". Alla base del ferimento di "Ciccio Tabacco" e l'uccisione di Fiamingo, ci sarebbe il danneggiamento di un panificio di Spilinga di proprietà di un suo parente. Per i collaboratori di giustizia, Prenesti sarebbe affiliato alla potente famiglia di Limbadi, vicino al boss Cosmo Michele Mancuso.

Le dichiarazioni dei pentiti. Le attività di indagine sono stata supportate dalle dichiarazioni fornite da due collaboratori di giustizia, Emanuele Mancuso, nipote di "Ciccio Tabacco", e Andrea Mantella, l'ex capo dei cosiddetti scissionisti che miravano a spezzare il monopolio della famiglia di Limbadi sul territorio. Le loro dichiarazioni hanno chiuso il cerchio su uno degli episodi più eclatanti della storia criminale vibonese e così gli inquirenti hanno potuto ricostruire tutti i retroscena che hanno portato al ferimento di Francesco Tabacco e all'omicidio di Raffaele Fiamingo, ritenuto all'epoca il boss di Rombiolo. Secondo l'ipotesi accusatoria il fatto di sangue sarebbe maturato per contrasti insorti nella gestione delle attività criminali tra i componenti della famiglia Mancuso: da una parte la fazione capeggiata da "Tabacco" e dall'altra quella guidata da Cosmo, alias Michele.

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