È l’atteggiamento di chi, nonostante le difficoltà e sulla spinta del desiderio, resta nella propria terra d’origine, con intenti propositivi e iniziative di rinnovamento. È la restanza, termine coniato dall’antropologo Vito Teti che è entrato velocemente nel gergo comune al punto che sia la Treccani che l’Accademia della Crusca l’hanno inserito tra i neologismi del vocabolario della lingua italiana.
Restanza da intendere anche come progetto – economico, sociale e culturale – che aiuta alla crescita, al bene del paese, così come lo hanno colto i giovani dell’Aicem Calabria che a Vibo Valentia hanno proposto “Il villaggio della restanza”, una due giorni realizzata all’interno del Valentianum offrendo una serie di attività coinvolgenti, tra dibattiti, testimonianze, workshop sulle maestranze, fiera locale dell’artigianato, presentazione libri, attività laboratoriali per famiglie e bambini, intrattenimento musicale, tutti testimoni concreti del possibile cambiamento da attuare nella propria realtà sociale. Come immagina appunto la restanza.
