Cronaca

C’è Papa Francesco dietro le dimissioni del vescovo di Mileto Luigi Renzo

Dalla "pesante lettera anonima" fino alla richiesta al pontefice di "aspettare agosto", passando per i guai del suo segretario. Ecco le ragioni alla base della decisione di gettare la spugna

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Decapitata. La curia vibonese è stata decapitata, con solo il cancelliere, l’economo e il collegio dei consultori ancora in piedi. Non sarebbero però, principalmente, i “motivi di salute” – di cui si è parlato nelle ultime ore – le ragioni reali alla base delle dimissioni del vescovo di Mileto Luigi Renzo. Dietro la rinuncia all’incarico, la cui ufficialità è arrivata a sorpresa nella mattinata di giovedì 1 luglio, ci sarebbe anche e soprattutto una decisione di papa Francesco in persona. Da voci raccolte da accreditate fonti vaticane, infatti, pare ci sia stato un diretto interessamento del pontefice a seguito di diverse vicende che hanno riguardato la Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea.

Le parole del vescovo Renzo.
A confermare queste notizie, d’altronde, sembra essere stato lo stesso vescovo (ormai) emerito Luigi Renzo. In una riunione con il clero, infatti, ha dato la notizia delle dimissioni parlando si di “problemi di salute”, ma anche di tanto altro. “Devo dare atto che da oggi non sono più vescovo di Mileto. Per tanti motivi – afferma davanti a qualche decina di sacerdoti – ma soprattutto, principalmente, per le mie condizioni di salute. Ve ne state rendendo conto anche voi che negli ultimi tempi mi muovo con più difficoltà“. Non si limita però a questo, facendo capire che le difficoltà di movimento sono solo una parte del problema.

La “pesante lettera anonima”.
“Nel contorno – continua il vescovo – c’è qualche altro motivo che non sono riuscito a percepire dalla bocca del cardinale Marc Ouellet (prefetto della Congregazione per i vescovi, ndr), che è molto difficile capire e con cui è altrettanto difficile dialogare e farsi ascoltare. Non so però quali altri motivi ci siano”. Anche se, in realtà, qualcosa è successo e monsignor Renzo ne è consapevole: “Ho recepito – aggiunge – che c’è qualche lettera anonima, pesante, che ha infastidito. Come hanno infastidito magari certi miei punti di vista, modi di fare, e che ovviamente hanno portato a questa situazione”.

La convocazione d’urgenza in Vaticano.
Da quanto abbiamo appreso, in realtà, il vescovo emerito Luigi Renzo nelle scorse settimane è stato convocato d’urgenza in Vaticano, momento nel quale gli sono state chieste le dimissioni. La ragione precisa non è data saperla con certezza. Con probabilità a pesare – tra le varie cose – è stata anche l’inchiesta che ha travolto il segretario personale del vescovo, accusato di tentata estorsione aggravata dalle modalità mafiose (ne abbiamo parlato QUI), le cui intercettazioni riguarderebbero anche diversi messaggi hot. Nonostante i numerosi malumori nel clero vibonese, infatti, il vescovo ha sempre difeso a spada tratta il proprio segretario – don Graziano Maccarone – arrivando a mettere in discussione l’indagine della Dda di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri.

“Avevo chiesto al papa di aspettare agosto”.
In ogni caso l’interesse del Vaticano, nell’iter che ha portato alle dimissioni, sembra evidente. “Non mi aspettavo capitasse così con immediatezza” ha affermato ancora Luigi Renzo, stupito. Infatti, spiega, “c’è stata una risposta (del papa, ndr) dalla sera alla mattina“. E non sarebbe finita qua: “Tra l’altro – aggiunge – nella lettera che ho scritto al papa ho detto che si sta preparando in Diocesi qualcosa per il mio 50esimo (del sacerdozio, ndr) per cui chiedevo di soprassedere per quel periodo e di rendere esecutiva la mia richiesta alla fine di agosto“. Ma non c’è stato niente da fare: per il Vaticano doveva immediatamente smettere di guidare la Diocesi vibonese.

L’arrivo di monsignor Oliva e la nomina del nuovo vescovo.
È stato ora nominato come amministratore apostolico monsignor Francesco Oliva (in foto, ndr), della Diocesi di Locri-Gerace. Sarà lui a guidare la Diocesi di Mileto per un anno – o forse anche meno – in attesa della nomina del nuovo vescovo. A riguardo, da quanto apprendiamo, per espressa volontà del Vaticano il successore non sarà nessuno di quelli “vicini” al precedente vescovo Renzo. Per la nuova guida della Chiesa vibonese – e nel frattempo per monsignor Oliva – non saranno poche le gatte da pelare: dai diversi processi canonici ai problemi con la fondazione Natuzza, passando per quella che forse è la missione principale: ricompattare un clero che, sotto la guida del vescovo Renzo, sembrerebbe aver perso la sua unità.

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