Cronaca

Certificati di malattia fasulli per ritorsione contro l’Asp di Catanzaro, indagati 21 medici (NOMI)

Avrebbero messo a rischio la funzionalità del 118 solo per "vendetta" contro l'Azienda per il taglio delle indennità dovute. La Procura ipotizza il reato di truffa

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Certificati di malattia fasulli per giustificare le proprie assenze dal luogo di lavoro, come “atto ritorsivo” nei confronti dell’Asp di Catanzaro che aveva sospeso loro le indennità aggiuntive. La Guardia di finanza di Catanzaro ha bussato alla porta di 21 medici del 118 e del Pronto soccorso del comprensorio Catanzarese notificando un ordine di esibizione, vergato dal sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro Graziella Viscomi che vale come avviso di garanzia.

I nomi degli indagati. Si tratta di Caterina Biamonte, 60 anni, di Catanzaro; Anna Maria Orsini, 59 anni, di Sanremo; Rosina Palermo 58 anni, di Mottafallone; Emma Loiero, 55 anni, di Catanzaro; Grazia Polsia Caserta, 55 anni, di Motta San Giovanni; Anna Leuzzi, 65 anni, di Badolato; Angela Stranieri, 40 anni, di Catanzaro; Maria Grillone, 40 anni, di Soverato; Giovanna Maria Costanzo, 40 anni, di Lamezia Terme; Maria Rita Foresta, 55 anni, di Soverato; Emilio Leuzzi, 60 anni, di Badolato; Antonio Sacco, 41 anni; Antonio Scerra, 60 anni, di Catanzaro; Enrico Tomaselli, 59 anni, di Catanzaro; Francesco Mazza, 65 anni, di Carlopoli; Alessandro De Rose, 57 anni, di Catanzaro; Francesco Lupia, 57 anni, di Catanzaro; Giuseppe Foderato, 61 anni, di Sorradile; Teresa Grillo, 61, di Soveria Simeri; Adele Antonini, 56 anni, di Messina e Pasqualina Gargiulo 66 anni, di Eboli. Nei loro confronti, il pm titolare del fascicolo ipotizza il reato di truffa.

Le ritorsioni nei confronti dell’Asp. Avrebbero simulato una malattia di massa concordata per un preciso scopo: vendicarsi contro l’Azienda provinciale di Catanzaro, che a seguito della determinazione della Commissione prefettizia aveva effettuato il taglio delle indennità aggiuntive ai medici del 118, sospendendone con decreto la relativa erogazione e richiesto il rimborso con trattenuta sullo stipendio dell’indennità aggiuntiva percepita nei periodi di festività e ferie. I medici avrebbero così conseguito un ingiusto profitto pari alla retribuzione percepita nel periodo di malattia, determinando una “comorbilità” che avrebbe messo a rischio la funzionalità del 118. Il pm ha delegato gli uomini della Finanza a procedere al sequestro dei cellulari degli indagati oltre al materiale informatico e cartaceo utile alle indagini, “ritenuto che allo stato il caso di comorbilità appare anomalo e determinato da un atteggiamento ritorsivo- ostruzionistico provocato dal taglio di una indennità prima goduta dal personale medico del 118”. Trattasi – si legge nell’ordine di esibizione – di azione evidentemente concertata ed è prevedibile che ciò sia avvenuto mediante messaggistica telefonica”.

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