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Conti in tasca al Comune di Vibo, Cutrullà: “Vi spiego perché non sono un paperone”

Il consigliere comunale di maggioranza precisa di aver guadagnato nei sei mesi di amministrazione Limardo quanto i suoi colleghi

cutrullà

Trecento mila euro in sei mesi tra indennità e gettoni. Tanto ha speso il Comune di Vibo Valentia per “retribuire” mensilmente sindaco, assessori e consiglieri comunali. E’ quanto emerge dal resoconto 2019 pubblicato sul sito dell’Amministrazione comunale. A Zoom24 scrive Giuseppe Cutrullà, uno degli eletti, nonché consigliere comunale di maggioranza, tra i principali sostenitori della giunta guidata da Maria Limardo. Da lui arrivano delle precisazioni su quanto incassato nell’arco dell’ultimo semestre. Non ci sta a passare per “paperone” dei consiglieri comunali di Vibo, sottolinea di non aver mai sognato di esserlo e chiarisce in una lettera indirizzata al direttore Mimmo Famularo i numeri delle sue “retribuzioni”: “Nelle 6033 euro riportate dal prospetto da lei richiamato vi sono due mensilità: dicembre 2018 che viene retribuito a gennaio 2019, che è il mese successivo alla maturazione, (giunta Costa), gennaio 2019 (giunta Costa) retribuito a febbraio 2019. Pertanto, se al “paperone” che ha guadagnato 6033 euro va a detrarre 929,52 di dicembre 2018 (versati a gennaio 2019) e 929,52 di gennaio 2019 (versati febbraio 2019) lo stesso paperone arriva a 4173 euro durante i sei mesi della giunta Limardo”.

Cutrullà sostiene quindi che nei 6 mesi della giunta Limardo ha “guadagnato” quanto gli altri consiglieri (4173). “Preciso – aggiunge nella lettera – che la mia considerazione viene effettuata non già per timore di finire nella solita gogna mediatica (alla quale sono già stato in passato sottoposto, da un mio punto di vista ingiustamente, ma la politica è anche questo) ma perché considero il diritto all’informazione un qualcosa di molto importante. Il giornalista ha per la legislazione il massimo grado della libertà ma incontra due importanti limiti: la tutela della dignità della persona umana e il rispetto della verità sostanziale dei fatti che sono principi da intendere come limiti alla libertà di informazione. Da qui, il dovere, ed obbligo giuridico, di rettificare questa notizia inesatta”.

I conti in tasca al Comune di Vibo, 300 mila euro in 6 mesi tra indennità e gettoni

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