Cronaca

Colpo agli interessi dei Piscopisani, il questore di Vibo: “Il crimine non paga”

Per gli inquirenti i clan vibonesi hanno una forte propensione economica e una vocazione imprenditoriale: "Dopo aver fotograto l'ascesa criminale abbiamo colpito i loro patrimoni"

I dettagli sui numerosi sequestri all'indirizzo di alcuni esponenti del "clan" dei Piscopisani sono stati illustrati nella conferenza stampa convocata in questura. A sciorinare i numeri e le proporzioni di questa nuova importante indagine sono stati il questore di Vibo Valentia Annino Gargano, la direttrice del Servizio centrale operativo anticrimine della Polizia di Stato, Cristina Villa, il dirigente della squadra mobile di Catanzaro, Alfonso Iadevaia, il dirigente della squadra mobile di Vibo Valentia, Giorgio Grasso.




Il crimine non paga.  "E' un'indagine articolata , lunga, che ha visto la partecipazione delle componenti della Polizia di Stato sia della provincia di Vibo Valentia che di Catanzaro e del servizio centrale operativo coordinate dalla Procura distrettuale antimafia. Il crimine - ha affermato il questore - non paga e le attività di indagine hanno dato la stura a quelle che noi ritenevamo delle appropriazioni illecite di patrimoni, quote di società, appartamenti, beni mobili, locali pubblici, soprattutto esistenti nella provincia di Vibo, che riteniamo essere stati acquisiti dal provento illecito delle attività. L'operazione - ha proseguito - denominata "Rimpiazzo" testimonia proprio che il clan, il gruppo criminale individuato era assolutamente proiettato a cercare di espandersi sempre più sul territorio vibonese e non solo". Il questore ha inoltrato sottolineato l'importanza di colpire i patrimoni: " Attraverso gli strumenti normativi, nonchè investigativi e di specializzazione nel contrasto ad ogni forma di criminalità, soprattutto organizzata, quella dell'ablazione dei patrimoni illecitamente acquisiti è la stella polare delle investigazioni". C'è stato un grande lavoro sinergico: "Gli specialisti del servizio centrale operativo, del servizio analisi delle attività di indagine patrimoniali e delle attività condotte in sinergia dalle squadra mobili di Vibo Valentia e di Catanzaro hanno consentito, con il coordinamento della direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, il raggiungimento del risultato odierno". Infine, un segnale importante da parte del questore sul ruolo dello Stato: "E' un grande sforzo da parte della squadra Stato.La provincia di Vibo Valentia, la bella gente di Vibo, merita questo impegno che sinergicamente abbiamo sinora effettuato e che continueremo a portare avanti con sempre maggiore determinazione".

Il metodo. Cristina Villa ha sottolineato l'importanza dell'aspetto metodologico: " E' fondamentale evidenziare il metodo che vogliamo applicare, vogliamo colpire a livello strategico l’apparato economico delle organizzazioni criminali. Su Vibo sono stati sequestrati, tra gli altri, appartamenti, veicoli, imprese individuali. Beni di un valore superiore rispetto al reddito dichiarato".

L'ascesa. Il dirigente della squadra mobile di Catanzaro si è invece nuovamente sulla scalata messa in atto dai Piscopisani: "I clan vibonesi hanno una forte propensione economica ed una vocazione imprenditoriale. L'indagine fotografa non solo l'ascesa militare e criminale dei Piscopisani, ma soprattutto patrimoniale".

Un lavoro certosino. Infine, Giorgio Grasso, dirigente della squadra mobile di Vibo Valentia: "E' il completamento dell’attività svolta il 9 aprile 2019 quando oltre 200 poliziotti arrestarono 31 persone responsabili di vari reati aggravati dal metodo mafioso. E' il frutto di un lavoro certosino durato diversi anni, di un lavoro di squadra che ha avuto un ulteriore riscontro rispetto alle dichiarazioni rilasciate in particolare modo dal pentito Raffaele Moscato. Oggi si e’ accertato - ha proseguito Grasso - che quanto fatto in sede di ordinanza cautelare aveva un fondamento. Soggetti sui quali c’è un giudicato cautelare sono indagati, tra le altre cose, per associazione mafiosa e associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti".

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