Cronaca

Rinascita, resta in carcere Orazio Lo Bianco. Ai domiciliari un imprenditore

Nuove decisioni da parte del Tribunale del Riesame nell'ambito della maxi inchiesta della Dda di Catanzaro

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Si avvia al termine un altro step della maxi inchiesta “Rinascita Scott” contro i clan della ‘ndrangheta vibonese. All’esito delle udienze che si sono tenute davanti al Tribunale del Riesame di Catanzaro stanno arrivando proprio in queste ore altre importanti decisioni relative agli ultimi indagati che hanno presentato istanza di scarcerazione. Parzialmente accolto il ricorso formulato dagli avvocati Diego Brancia e Francesco Gambardella per l’imprenditore di Vibo Vincenzo Alberto Maria Renda, arrestato e finito in carcere con l’accusa di associazione mafiosa nel corso dell’operazione condotta dai Carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Vibo Valentia sotto il coordinamento della Dda di Catanzaro. I giudici del Riesame hanno modificato la misura cautelare disponendo nei confronti del 49enne imprenditore vibonese i domiciliari. Così Renda può lasciare il carcere dove si trovava detenuto da oltre un mese per fare ritorno a casa.

Stessa misura è stata adottata dal Tdl nei confronti di Mario De Rito, 46 anni, di Vibo Valentia (difeso dagli avvocati Sergio Rotundo e Diego Brancia), anche lui accusato di associazione mafiosa, oltre ad estorsione aggravata e rivelazione di segreto d’ufficio. Era in carcere e va ai domiciliari. Come Michele Lo Bianco, 21 anni, di Vibo Valentia, figlio di Orazio Lo Bianco, ritenuto partecipe alla ‘ndrina dei “Pugliese-Cassarola”. IL 21enne, assistito dagli avvocati Diego Brancia e Santo Cortese, passa ai domiciliari mentre il Tribunale del Riesame ha rigettato l’istanza di scarcerazione per Orazio Lo Bianco che resta dunque detenuto nella casa circondariale di Lanciano.

Rinascita Scott, il carabiniere Ventura dal carcere ai domiciliari