Cronaca

Svuotavano i conti correnti inviando una semplice mail, cinque arresti. C’è anche un vibonese (NOMI)

Avrebbero sottratto circa 171 mila euro a quasi 200 correntisti. Al vaglio degli inquirenti le posizioni di 111 persone. Ecco come funzionava la truffa

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Doppia operazione dei carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria che nella notte hanno sgominato due presunte organizzazioni criminali dedite allo spaccio di droga nella movida reggina e al riciclaggio di denaro frutto di truffe alle banche tramite l'acquisizione fraudolenta delle password per accedere ai conti correnti di quasi 200 persone. Due persone in particolare, il vibonese Francesco Lonano e il reggino Luca Adornato sono destinatari di entrambe le misure cautelari disposte dal Gip del Tribunale di Reggio Calabria.




Operazione "Fullones". Nell'ambito di quest'ultima inchiesta sono finiti nei guai ben cinque persone, accusate di associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio. Si tratta di Luca Adornato; 40 anni di Reggio Calabria, Mihail Cristinel Besleaga romeno di 46 anni; Biagio Carannante, 52 anni di Bacoli (Na), Martino Francesco Rossi, 48 anni di Lamezia Terme e Francesco Lonano, 51 anni nato a Tropea ma originario di Parghelia. Sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio dei proventi illeciti scaturiti dall’accesso abusivo a sistema informatico o telematico, dalla detenzione e diffusione abusiva di codici d’accesso a sistemi informatici o telematici e dalla frode informatica. Il provvedimento cautelare compendia gli esiti di un’articolata indagine (denominata “Fullones”, dal modo in cui venivano appellati coloro che lavavano i tessuti nell’antica Roma), condotta dai militari della Stazione Carabinieri di Reggio Calabria – Principale e coordinata dal procuratore aggiunto Gerardo Dominijanni e dal sostituto procuratore Nunzio De Salvo, che ha avuto inizio nel luglio 2017, allorquando si decise di approfondire in maniera omogenea ed unitaria decine di denunce che pervenivano da numerosi comandi dell’Arma dislocati sull’intero territorio nazionale. L'esame preliminare ha consentito di accertare che tutte le denunce presentate erano caratterizzate dalla medesima condotta delittuosa: le vittime affermavano sempre di essere state tratte in inganno da mail, pervenute sui propri account di posta elettronica con loghi contraffatti di vari istituti di credito, che le invitavano ad inserire i dati riservati per l’accesso ai propri conti correnti in maschere del tutto similari a quelle realmente in uso alle pagine home banking dei loro istituti di credito (cd. phishing). In denuncia le vittime hanno precisato che, già pochi minuti dopo aver comunicato le credenziali di accesso, dai loro conti correnti venivano effettuati uno o più bonifici bancari in favore di altri conti correnti e/o carte prepagate intestate a soggetti a loro sconosciuti, che dai successivi accertamenti sono risultati residenti nella città di Reggio Calabria.

La svolta. L’elemento decisivo per lo sviluppo dell’odierna attività d’indagine è emerso la mattina dell’11 luglio 2017, data in cui la Stazione Carabinieri di Arese (MI) ha trasmesso all’Arma reggina una denuncia, presentata pochi minuti prima, per una sottrazione illecita di 9.300 euro dal conto corrente bancario della vittima, accreditati su di un conto attivato presso un istituto di credito di Reggio Calabria, già in parte prelevati pochi minuti dopo il bonifico presso un da uno sportello bancomat. Accedendo alla filiale presso la quale era avvenuto il prelievo, i Carabinieri hanno acquisito le immagini del circuito della videosorveglianza: tale tempestivo intervento, a pochissima distanza dal prelievo, ha consentito di superare il complesso di accortezze (fra le quali, utenze telefoniche non intestate o intestate a terzi estranei all’attività delittuosa, linguaggio criptico delle conversazioni e triangolazioni con altri conti correnti) che gli indagati avevano predisposto per eludere le indagini, permettendo l’identificazione di colui che aveva prelevato il denaro in Luca Adornato. "Le serrate attività tecniche che sono seguite all’identificazione di Adornato - spiegano gli inquirenti - hanno consentito di documentare compiutamente il modus operandi del sodalizio, in grado di acquisire da complici al momento non identificati – specializzati nella predisposizione e nell’invio delle false mail apparentemente provenienti da istituti di credito, con le quali si chiede al cliente di collegarsi ad un link e di inserire le proprie credenziali – i codici di accesso ai profili home banking dei correntisti (ed in particolare, nella maggior parte dei casi, di titolari di carte prepagate Postepay Evolution), per poi sostituirsi ai titolari e disporre bonifici non autorizzati in favore di altri conti correnti o carte prepagate; successivamente il danaro veniva prelevato in contanti lo stesso giorno del bonifico e suddiviso, in parte al titolare della carta prepagata, in parte ai componenti dell’associazione e in parte riversata alle organizzazioni specializzate nel 'phishing'"

I complici. Il carattere sistematico delle condotte illecite perseguite e la necessità di eludere le investigazioni che sarebbero state avviate a seguito delle denunce presentate dagli intestatari dei conti correnti hanno reso necessario il reclutamento di altri complici, disponibili – dietro il pagamento di un piccolo corrispettivo, di solito intorno a 100 euro – ad attivare appositamente una carta prepagata o un conto corrente, ovvero a mettere a disposizione i propri già attivi, per far accreditare sugli stessi le somme dei citati bonifici e consentirne l’immediatamente prelievo. Con riferimento al ruolo dei singoli nell’ambito consorteria indagata, Luca Adornato, Biagio Carannante, Martino Marcello Rossi e Francesco Lonano sono risultati attivi nel reclutamento di persone disponibili ad intestarsi carte prepagate al fine di far riversare sulle stesse i proventi delle truffe informatiche, mentre il lametino Rossi, tramite Mihail Cristinel Besleaga, romeno residente a Roma, teneva i contatti con le organizzazioni criminali che si occupavano di carpire le credenziali d’accesso ai conti correnti bancari e di disporre illecitamente i bonifici.

Indagini aperte. Sono tuttora in corso gli approfondimenti sulla posizione di 111 persone – principalmente, ma non esclusivamente, reggini in contatto con i destinatari dell’odierna misura - che avrebbero attivato conti correnti o carte prepagate, mettendoli al servizio dell’associazione per consentire il transito del denaro, complessivamente quantificato in 171 mila euro, sottratto a quasi 200 vittime.

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