Cronaca

Auto rubate in Campania e “clonate” in Calabria: così “dopavano” il mercato dell’usato

Ecco chi sono le sei persone sono state arrestate nell'operazione che i carabinieri hanno denominato "Clone". Tra gli indagati ci sono anche gli acquirenti, accusati di ricettazione

auto sequestrate nel vibonese

"Ripulivano" auto rubate, reinserendole sul mercato dopo averne falsificato targhe e documenti. Sono sei le persone arrestate e dodici quelle indagate, tra cui un funzionario della motorizzazione civile di Crotone, nell'ambito dell'operazione "clone" eseguita stamane dai carabinieri del comando provinciale della città calabrese e della Compagnia di Ciro' Marina (Kr). I militari hanno eseguito un'ordinanza di misura cautelare in carcere emessa dal gip Romina Rizzo su richiesta della Procura della repubblica di Crotone.

Operazione "Clone". L'indagine, coordinata dal sostituti procuratori Alfredo Manca, e' partita dall'intuizione di un carabiniere del Norm di Ciro' Marina che, eseguendo un normale controllo su un'auto, si e' accorto che qualcosa non andava nel numero di telaio. Ne sono scaturiti il sequestro dell'auto e gli approfondimenti del caso. L'auto sequestrata a Ciro' Marina aveva lo stesso numero di telaio di una vettura circolante in Spagna. I carabinieri hanno poi scoperto un sistema ben collaudato che aveva base nel Crotonese con complicita' all'interno della Motorizzazione dove le pratiche venivano eseguite senza eccessivi controlli.




I nomi. Gli arrestati sono Antonio Anania, 46 anni, Mario Filippelli, di 43, Salvatore Papaianni, 44 anni, Francesco Maietta, 39 anni, tutti di Cirò Marina; Franco Donato Farace, 64 anni, e Lino Farace, 44, entrambi residenti a Torino. Sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere, ricettazione, riciclaggio, falso in atto pubblico, impiego di beni da provenienza illecita. A capo dell'organizzazione, secondo l'accusa, c'erano Mario Filippelli, Salvatore Papaianni ed Antonio Anania, gli ultimi due già in carcere per l'operazione Stige.

I modus operandi. Attraverso l'agenzia di pratiche auto di Francesco Maietta, partiva l'iter per l'immatricolazione in Italia di auto con documentazione spagnola. Si trattava di auto rubate in Italia, per lo più in Campania, alle quali veniva modificato il numero di telaio in base ai documenti ottenuti dal paese iberico. Auto di fascia media alta venivano così "clonate" e rivendute, a prezzi molto più bassi rispetto a quelli di mercato, come usate attraverso le concessionarie di Mario Filippelli a Cirò Marina e di Lino e Franco Donato Farace a Torino. Sono state sequestrate anche alcune auto. Tra gli indagati anche gli acquirenti, accusati di ricettazione.

L'inchiesta. "Abbiamo messo un altro tassello nell'attività di repressione - ha detto il procuratore capo di Crotone, Giuseppe Capoccia - che svolgiamo in silenzio bloccando con un lavoro lusinghiero e paziente un gruppo ramificato. In questa vicenda c'è stata molta leggerezza negli uffici della motorizzazione di Crotone dove si facevano passare pratiche non complete di tutti i documenti". Il comandante provinciale dell'Arma, colonnello Alessandro Colella, ha affermato che è stato "svolto un lavoro di ricostruzione di questa filiera del riciclaggio di auto rubate consultando un fiume di informazioni. Grazie a questo abbiamo chiuso il cerchio su un'organizzazione che aveva realizzato un meccanismo di riciclaggio di auto rubate in Italia ed associate a vetture regolarmente circolanti in Spagna falsificandone la documentazione".

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