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Sanità, “imboscati” a Vibo? Il dg replica a Scura: “Asp non è una fucina di vagabondi”

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Intanto, questa mattina, dopo la messa in onda della trasmissione “L’Arena”, i Nas si sono presentati negli uffici dove hanno acquisito documentazione

All’Asp di Vibo Valentia spetterebbe una sorta di primato: il 34,1 per cento della forza lavoro usufruirebbe di permessi e limitazioni per assistere i familiari. Si tratterebbe, in valori assoluti, di quasi 700 su 2000 dipendenti, i quali – stando ad una recende indagine condotta dall’Università Bocconi – farebbe parte di quello che è stato definito “l’esercito degli imboscati”. Una questione della quale si è occupata ieri “L’Arena” di Massimo Giletti, in una puntata cui ha partecipato il commissario alla Sanità per la Calabria, Massimo Scura, e che ha innescato tutta una serie di polemiche. Polemiche alle quali oggi ha risposto, ai microfoni di Maurizio Bonanno per Calabria Tv, direttamente il dg dell’Asp vibonese Angela Caligiuri, che, nell’illustrare il punto di vista dell’Azienda, ha fornito dei numeri diversi da quelli fin qui rappresentati.

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La replica. Innanzitutto, il dg ha spiegato come l’Azienda si occupi quotidianamente della vicenda, “cercando di trovare soluzioni compatibili con la normativa”, dal momento che “esiste una normativa, esistono delle leggi, alle quali noi dobbiamo riferirirci – ha aggiunto – e metterle in atto e lo facciamo quotidianamente”. E rispetto alla definizione di “imboscati”, il direttore ha detto la sua. “Io so solamente – ha affermato – che esistono dei nostri dipendenti che usufruiscono di alcune leggi concesse a loro da fatti e da alcune condizioni di particolari patologie, parliamo della 104 ad esempio: c’è una commissione al di fuori di questa azienda, noi ne facciamo solo una presa d’atto e abbiamo l’obbligo anche di fare la presa d’atto in termini veloci e dobbiamo permettere a quel dipendente di usufruire di una legge che gliene dà diritto”. “E anche noi ci poniamo il problema, come dire, di una difficoltà che poi rimane a carico di quell’ufficio, di quel servizio, di quel settore. Perché a seconda dei benefici che gli dà quella legge, potremmo avere delle difficoltà in quel servizio, però diligentemente cerchiamo di arginare la problematica”.

I Nas. Intanto, questa mattina, dopo la messa in onda della trasmissione, i Nas si sono presentati negli uffici dell’Asp di Vibo Valentia, dove hanno acquisito documentazione.

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I numeri. Il dg si è poi soffermato sul dato rappresentato in questi giorni, con particolare riferimento a quello relativo a quella parte di personale che, per esigenze previste dalla legge, non svolge le mansioni per le quali è stato assunto all’inizio. “Sono pochissimi – ha chiarito il dg -, 12 persone in tutto: 5 medici, 3 infermieri e altre categorie 4. Sono quindi 12, vengono utilizzati in servizi diversi da quelli per il quale sono stati assunti. Su 1453 dipendenti penso che 12 sia un numero molto limitato. E posso assicurare che i cosiddetti ‘inidonei’ hanno delle patologie tali che effettivamente sono inidonei a quella mansione”. “Ci possono essere delle sofferenze in alcuni servizi, in alcune unità operative, ma posso assicurare che tutti stiamo lavorando affinché vengano meno queste carenze”. Ma nei numeri forniti sarebbero state fatte – secondo il dg – delle generalizzazioni, tra prescizioni, limitazioni ed inidoneità: “Sono diverse come categorie, accumunarle sotto un unico dato mi sembra insomma voler piuttosto screditare l’azienda o le aziende sanitarie, non si possono accumunare tutti in uno stesso totale”. “Si crea un allarmismo nella popolazione, come se le Aziende sanitarie fossero solamente una fucina di vagabondi, di “imboscati”, invece posso assicurare che l’Asp è fatta di tanta gente che si prodiga anche in condizioni non ottimali per dare la migliore assistenza che si possa dare al cittadino in questa realtà”.

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