Cronaca

‘Ndrangheta: Mantella collabora ed accusa i Mancuso, gli imprenditori e gli altri clan

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Ecco le prime accuse del neo collaboratore di giustizia vibonese confluite nel processo “Black money” dove è stato chiamato a deporre. Gli inediti racconti svelati da Zoom24

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di GIUSEPPE BAGLIVO

Lavori pubblici gestiti dai clan, imprenditori di “peso” nell’economia vibonese non toccati dagli altri clan in quanto già “protetti” ed “amici” dei Mancuso, palazzinari vibonesi in rapporti con i mafiosi, alleanze e scontri fra diversi raggruppamenti ‘ndranghetisti e particolari inediti su diverse vicende di mafia. E’ un “fiume in piena” Andrea Mantella, alias “A Guscia”, il “rampollo” del clan Lo Bianco di Vibo Valentia cresciuto a “pane e pistole” tanto da divenire negli ultimi anni sempre più autonomo dalla “cosca-madre”. Dopo essersi deciso nei mesi scorsi a collaborare con la giustizia, il 44enne vibonese non risparmia nessuno, neanche i parenti più stretti, confermando su molte circostanze quanto già emerso nell’ambito della storica inchiesta “Nuova Alba” contro il clan Lo Bianco giunta ormai a sentenza definitiva.

Pantaleone Mancuso

Pantaleone Mancuso

Mantella conferma così il presunto legame fra il boss Pantaleone Mancuso, detto “Scarpuni”, e Franco Barba ovvero l’ala imprenditoriale del clan Lo Bianco-Barba, titolare di diverse imprese a Vibo operanti nel settore dell’edilizia e già condannato in via definitiva nell’operazione “Nuova Alba” per associazione mafiosa. Ma Mantella aggiunge anche nuovi “tasselli” sull’imprenditore (pure lui attivo nel settore edile) Michele Francesco Patania, detto “Cicciobello”, in passato vicepresidente della Vibonese-calcio e parente dello stesso Mantella, che lo indica come legato al boss Pantaleone Mancuso e “uomo d’onore” unitamente a Franco Barba. A quest’ultimo (Franco Barba), Mantella attribuisce il grado di “santista” all’interno della ‘ndrangheta e del clan Lo Bianco. Anche Francesco Michelino Patania era stato coinvolto nell’operazione “Nuova Alba” ma è stato poi assolto in via definitiva.

Andrea Mantella

L’affiliazione di Mantella. Come ogni mafioso che si rispetti, pure Andrea Mantella è stato battezzato nell’organizzazione criminale calabrese con tanto di cerimonia ufficiale. Circostanza peraltro già emersa dai racconti del pentito cosentino Samuele Lovato che negli scorsi anni ha condiviso con Mantella un comune periodo di detenzione agli arresti domiciliare nella clinica “Villa Verde” di Donnici (Cs). La novità è data dal fatto che Andrea Mantella dichiara ora agli inquirenti ed al pm della Dda di Catanzaro Camillo Falvo, di portare lui stesso personalmente in “copiata” (vale a dire nel “codice segreto” che si conferisce ad ogni ‘ndranghetista all’atto dell’affiliazione con l’indicazione di tre nominativi di altri “uomini d’onore” di rango superiore) il nome di Michele Francesco Patania (alias “Cicciobello”).

GIOVANNI MANCUSO

Giovanni Mancuso

raffaele moscato

Raffaele Moscato

Il monopolio della carne a Vibo. Andrea Mantella conferma poi agli investigatori che nella città di Vibo Valentia da tempo vige una sorta di monopolio nel mercato della carne, con buona parte delle macellerie costrette a rifornirsi da Giovanni Mancuso, imputato nel processo “Black money”. Da qui i contrasti con  lo stesso Mantella, che voleva invece piazzare la “sua” carne nelle macellerie, e la lite con lo stesso Giovanni Mancuso (preso a calci da Mantella dietro il mercato coperto di Vibo), circostanza peraltro già emersa in altre inchieste antimafia. Pure Raffaele Moscato, l’altro collaboratore di giustizia vibonese, nei suoi verbali ha parlato di un monopolio a Vibo-città nel mercato della carne, con un ruolo di primo piano nel settore da parte di Giovanni Mancuso.

Pantaleone Mancuso

Pantaleone Mancuso

Pantaleone Mancuso “Vetrinetta” ed i contatti istituzionali. Andrea Mantella non risparmia neanche il boss Pantaleone Mancuso, detto “Vetrinetta”, fratello di Giovanni, deceduto in carcere ad ottobre dello scorso anno. Sul punto, il neo collaboratore di giustizia conferma quanto già emerso nell’inchiesta “Dinasty” ovvero che nell’ambiente mafioso vibonese, “Vetrinetta” veniva considerato un personaggio in grado di avere informazioni attraverso contatti con le forze dell’ordine. Mantella conferma inoltre di aver preso a botte Giuseppe Mancuso a Vibo (figlio di “Vetrinetta”) ed anche lui imputato nel processo “Black money”. Una lite per la quale si sarebbe interessato personalmente pure Pantaleone Mancuso detto “Scarpuni”, primo cugino di Giuseppe Mancuso, il quale avrebbe mandato l’assicuratore Michele Palumbo (ucciso l’11 marzo 2010 a Longobardi e ritenuto uomo di fiducia di “Scarpuni” nell’area di Vibo Marina) dallo stesso Andrea Mantella per invitarlo a non toccare più nessuno dei componenti della famiglia Mancuso. Successivamente il padre di Giuseppe Mancuso (ovvero Pantaleone Mancuso detto “Vetrinetta”) e gli zii Antonio e Giovanni Mancuso (fratelli di “Vetrinetta”) avrebbero mandato un loro diverso emissario da Andrea Mantella chiedendogli di lasciare stare in pace il giovane Giuseppe Mancuso in quanto si trattava di un ragazzo e che più là si sarebbero comunque chiariti. Mantella avrebbe però recepito il “messaggio” dei Mancuso come un modo per fargli credere che nessuna vendetta ci sarebbe stata nei suoi confronti per poi invece colpirlo a freddo.

Saverio Razionale

Saverio Razionale

Rosario Fiare?

Rosario Fiare?

Giuseppe Accorinti

Giuseppe Accorinti

La”Caddara”. Secondo Andrea Mantella vi sarebbe inoltre stata un’amicizia di vecchia data fra Pantaleone Mancuso, detto “Scarpuni”, ed il boss Saverio Razionale di San Gregorio d’Ippona. Entrambi avrebbero fatto parte negli anni ’80 della c.d. “Caddara” ovvero del gruppo di fuoco utilizzato dal clan Mancuso, all’epoca il gruppo criminale più forte del Vibonese. Di tale “Caddara” avrebbero fatto parte, oltre a “Scarpuni” e Razionale, anche: Raffaele Fiamingo, alias “Il Vichingo”, ovvero il boss del Poro ucciso a Spilinga nel luglio del 2003 in un agguato in cui rimase ferito pure Francesco Mancuso detto “Tabacco”; il presunto boss di Zungri Giuseppe Accorinti (detto “Peppone”), il boss Giuseppe Mancuso (cl. ’49), alias “‘Mbrogghja”, e Rosario Fiarè, lo storico capo dell’omonimo clan di San Gregorio d’Ippona.

Questa una parte dei “segreti” raccontati da Andrea Mantella con l’avvio della collaborazione con la giustizia. Le verità di “A Guscia” sono però ancora tante…

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