Economia & società

Il Codacons: “Pazienti della Domus Aurea? Non si gioca sulla vita delle persone”

"Trasferimento di massa, disposto in barba a tutti i provvedimenti restrittivi in una struttura che non è un ospedale, rischia di diffondere anziché contenere il contagio"

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“Quando il rimedio rischia di essere assai peggiore del male. Un trasferimento di massa – disposto in barba a tutti i provvedimenti restrittivi ed alle ordinanze di chiusura- in una struttura che non è un ospedale, rischia di diffondere anziché contenere il contagio”. E’ quanto afferma il vicepresidente nazionale del Codacons Calabria, Francesco Di Lieto in merito ai trasferimenti dei pazienti dalla casa di riposo Domus Aurea di Chiaravalle, dopo l’ecatombe di positivi da Covid- 19 arrivati a quota 62, che ha reso necessaria l’ordinanza di chiusura di cinque comuni del Catanzarese. “Non si può giocare a scaricabarile sulla pelle di povera gente che ha già visto la propria vita stravolta da un virus subdolo. Non si può trattarla peggio delle bestie-aggiunge- spostandola da una “zona rossa” verso un moderno lazzaretto.
Ricoveri dignitosi. O vengono dignitosamente ricoverati in una struttura sanitaria pronta a fronteggiare tutte le emergenze oppure si rispettano le norme (valide per tutti i comuni mortali) e si impone loro un periodo di isolamento, senza spostamenti pericolosi soprattutto per loro. Sbaglierò, ma per far piacere a qualcuno, si è scientemente deciso di infrangere tutti i provvedimenti restrittivi e le ordinanze di chiusura. Provvedimenti che, evidentemente, servono solo- conclude Di Lieto- per poter diffondere qualcosa sui social o per sbandierarli in degli inutili braccio di ferro ed in favor di telecamera. Rimane il dubbio che sia stato proprio il Dio danaro ad aver suggerito questa scelte”.

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