Cronaca

Bandi truccati, assolti imprenditrice del Vibonese ed altri tre (NOMI)

Le accuse, pesanti e articolate, facevano riferimento a presunti favoritismi nell'assegnazione di finanziamenti pubblici

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Il 9 ottobre 2018, le Fiamme Gialle diedero avvio all’operazione “È dovere”, un’inchiesta che ha scosso le fondamenta della pubblica amministrazione, svelando presunte pratiche di corruzione e falso ideologico. Tuttavia, dopo un lungo percorso processuale, il Tribunale collegiale di Catanzaro ha emesso una sentenza che ha sorpreso molti: quattro imputati, di cui tre persone fisiche e una giuridica, sono stati assolti con formula ampia.

Tra gli assolti figura l’imprenditrice Laura Miceli, 73 anni, di Spilinga (VV), la cui posizione era stata oggetto di richieste di condanna da parte del pubblico ministero per presunti illeciti legati a fondi pubblici. Accanto a lei, anche Antonio Tolomeo, componente della commissione incaricata alla vigilanza su finanziamenti, e Deborah Valente, cosentina di nascita ma residente a Tropea (VV), hanno ricevuto la liberatoria del Tribunale. La quarta imputata è stata una società giuridica, Baia d’Ercole.

Le accuse, pesanti e articolate, facevano riferimento a presunti favoritismi nell’assegnazione di finanziamenti pubblici e consulenze a beneficio di Miceli e dei suoi stretti collaboratori. Si parlava di soffiate su bandi in via di pubblicazione, avvisi ad hoc per garantire punteggi elevati nella percezione di fondi pubblici e ricevimento di vantaggi in natura, come soggiorni gratuiti in villaggi turistici e incarichi professionali.

Tuttavia, il verdetto dei giudici ha smentito queste accuse, ritenendo che il fatto contestato non sussistesse. Gli avvocati difensori, tra cui Salvatore Staiano, Francesco De Luca, Giuseppe Mussari, e Livio Muscatiello, hanno presentato convincenti argomentazioni che hanno portato all’assoluzione degli imputati. Il presidente del Tribunale collegiale di Catanzaro, Beatrice Fogari, ha accolto le istanze difensive, sottolineando la mancanza di prove concrete a sostegno delle accuse.

Ma l’inchiesta non si è conclusa qui. In un altro filone dello stesso procedimento, è stata confermata la condanna per l’ex responsabile dell’Anticorruzione della Regione Calabria, Maria Gabriella Rizzo. Si riferisce al ruolo che Rizzo avrebbe svolto nel favorire l’imprenditrice Miceli, compiendo atti contrari alla sua funzione pubblica. In particolare, Rizzo avrebbe agevolato l’assegnazione di finanziamenti pubblici e offerto consulenze personali, in cambio di vantaggi in natura.

Questo il collegio difensivo: Salvatore Staiano, Livio Muscatiello, Giuseppe Mussari e Francesco De Luca (Miceli), Antonio Mirarchi (Tolomeo), Alessio Colistra (Valente), Marika Varvaglione (Baia D’Ercole).