Diocesi Mileto, chi è il nuovo vescovo Attilio Nostro: “Serve il coraggio di scelte forti” (VIDEO)

Alto 1 metro e 90, appassionato di pallacanestro, vicino ai giovani. Viene da Roma ma è originario di Palmi: la scelta di papa Francesco per un parroco "esterno" alla Calabria ma che vi fosse legato

Adesso è ufficiale. Il nuovo vescovo della Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea è don Attilio Nostro, dal 2014 parroco a San Mattia a Roma ma originario della Calabria, di Palmi. La scelta di papa Francesco – dopo tutte le tensioni che hanno portato alle dimissioni del precedente vescovo monsignor Luigi Renzo (ne abbiamo parlato QUI) – è stata quindi quella di scegliere una persona esterna alla Calabria ma che le volesse bene, che vi fosse legato, così da reggere al meglio una Chiesa locale che ha assolutamente bisogno di una vera e propria “rivoluzione” del modo di intendere i rapporti con la popolazione e anche all’interno del clero. Un “pastore”, capace di scelte forti, che fosse estraneo alle – a volte dannose – logiche locali.

Chi è il nuovo vescovo.

Alto 1 metro e 90
, 55 anni compiuti da poco, insegnante di religione all’Istituto scientifico “Nomentano”. Ha conseguito il Baccalaureato in Filosofia e Teologia alla Pontificia università gregoriana ed è stato ordinato sacerdote da papa Giovanni Paolo II il 2 maggio del 1993. Ha vissuto a Palmi, un posto che definisce “meravigliosamente bello“. Una passione per la pallacanestro che lo porta, ogni estate, “a tornare in Calabria per giocare un torneo con i miei vecchi compagni di squadra”. Un avvicinamento alla fede avvenuto principalmente da adulto, perchè – ha detto in un’intervista a “L’Ora Solare” su Tv2000 lo scorso novembre (il video sopra, ndr) – “cercavo risposte che non riuscivo a trovare” dopo la morte del fratello Francesco. “Per cercare risposte sono arrivato ad Assisi”, dove il racconto del “sì” di Maria – descritta “come una ragazzina ancora immatura forse per l’età, non certo per il coraggio, perchè aveva detto di sì a un progetto folle, pazzesco” – lo colpisce profondamente: “Da quel giorno ho capito quanto fosse importante avere il coraggio di fare scelte forti, che coinvolgessero anche la persona, anche tutti i progetti che uno ha fatto”.

La vicinanza ai giovani.

In passato era avviato a fare il commercialista, “ma per quanto sono disordinato sarei finito in galera”, scherza sempre su Tv2000. Recentemente la sua missione è stata vicina ai giovani. Oltre all’attività di insegnante nelle scuole, dal 2014, racconta infatti la sua gioia all’interno dell’oratorio: “Quello che mi ha appassionato di più è stato l’oratorio, i giovani, gli adolescenti“. E racconta con orgoglio quando nell’estate del 2020, un periodo difficile per via della pandemia da Coronavirus, pur con tutte le accortezze e rispettando le misure anti Covid “abbiamo tenuto aperto l’oratorio per 9 settimane, siamo stati l’unico oratorio a Roma che è riuscito a fare questa cosa: sono contentissimo del fatto che quel posto sia diventato un punto di riferimento per il quartiere”.

L’umiltà e il “divertimento” di Dio.

E ai complimenti che riceve, anche durante la trasmissione, risponde con grande umiltà: “La cosa che noto è che Dio si diverte con le nostre povertà a far vedere quanto è grande: è vero che le persone possono avere un’impressione di me, sbagliata, che io sono bravo, in gamba, che riesco a fare tutto. Non è così. È che Dio si diverte a renderci capaci di grandi atti di gioia là dove regnerebbe la tristezza“.
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