Vibo, chiesto formale passo indietro sul muro da abbattere: “Pronti ad andare alla Corte dei Conti”

La dirigente Cacciatore ha presentato al Comune un'istanza di annullamento. Le ragioni? "Ingerenza nei beni concessi alle scuole, spreco di risorse pubbliche e violazione della Costituzione"

Mimma Cacciatore don bosco vibo

Il dirigente scolastico Domenica Cacciatore, e il segretario Maria Rosaria Nesci, della scuola “Don Bosco” di Vibo Valentia, comunicano di aver presentato al Comune di Vibo Valentia una formale istanza di annullamento in autotutela del provvedimento con cui è stato deciso l’abbattimento di una porzione di muro di recinzione del “Complesso Garibaldi-Don Bosco”. L’intervento del sindaco Maria Limardo, quindi, non è servito a placare gli animi.

Violazione della Carta dei valori. Tra le ragioni, spiegano Cacciatore e Nesci, “innanzitutto la mancanza un atto presupposto di indirizzo politico che individui quali siano le finalità di pubblico interesse che la pubblica amministrazione dovrebbe perseguire nell’esercizio del potere amministrativo”. In secondo luogo “la violazione dei principi di trasparenza, partecipazione e collaborazione con le Istituzioni di cui alla Carta dei valori che lo stesso comune di Vibo Valentia ha approvato nel 2019, e ciò posto che, prima di emanare detto provvedimento, non è stato richiesto neppure un parere alle istituzioni scolastiche interessate”.

Mancato confronto con le scuole. “Di conseguenza – evidenziano ancora – l’ulteriore violazione dell’articolo 8 della legge 241/1990 perchè non è mai stato comunicato l’avvio del procedimento amministrativo alle medesime istituzioni scolastiche, da intendersi quali soggetti nei cui confronti l’atto era destinato a produrre effetti diretti, nonché soggetti che per legge dovevano intervenire nel procedimento poiché pure parti di un rapporto concessorio e, comunque, perché potevano subire, come in effetti hanno subito, un pregiudizio la provvedimento amministrativo. Si ricorda, d’altra parte, che il muretto che si pretende di abbattere è posto quale recinzione di una pertinenza scolastica”.

Il Comune “si è ingerito in un bene concesso alle istituzioni scolastiche”. “Ancora – continuano Cacciatore e Nesci – la violazione del rapporto concessorio, poiché l’Ente locale di fatto si è illegittimamente ingerito nella gestione di un bene già concesso in uso alle istituzioni scolastiche, e la violazione delle disposizioni in materia di edilizia e sicurezza scolastica in quanto la recinzione perimetrale risulta necessaria per tutelare l’incolumità dei bambini e proteggerli dalle persone non autorizzate ad entrare da eventuali danni fisici e ferimenti e per impedire la fuoriuscita incontrollata dei minori stessi ed inoltre, poiché l’Ente locale, prima dell’affidamento dei lavori, non ha neppure predisposto il c.d Duvri, vale a dire quel documento tecnico, operativo e gestionale, da allegare al contratto di appalto, che contiene le misure volte all’eliminazione dei rischi nelle aree interessate dall’esecuzione die lavori, dei Servizi o delle Forniture, ove si concretizzano, come nel caso di specie, le ‘interferenze’ lavorative tra le diverse attività”.

“Spreco di risorse pubbliche”. Viene segnalata, infine, “la violazione che si ritiene sicuramente la più grave, vale a dire l’eccesso di potere e lo spreco di risorse pubbliche”. “E infatti, nel provvedimento di che trattasi, il Comune di Vibo Valentia dichiara testualmente di voler ‘aprire un accesso diretto per un migliore utilizzo dell’are attrezzata realizzata all’interno del Cortile della Scuola Complesso Garibaldi Don Bosco’. Di accessi alla predetta area attrezzata (il parco giochi), tuttavia, ve ne sono già tre. Non uno! Il fine proprio della determina appare, pertanto, già ampiamente garantito sicché si sarebbe dinnanzi ad una ipotesi di eccesso di potere, inteso quale cattivo uso del potere e/o scorrettezza in una scelta discrezionale, posto l’Amministrazione comunale pretende di investire soldi pubblici per perseguire un obiettivo già in essere”.

Pronti a chiamare in causa la Corte dei Conti. “In tale contesto si inserisce, e si è denunciata pertanto, anche la violazione dell’articolo 97 della Costituzione nella parte in cui impone il rispetto del principio del buon andamento della pubblica amministrazione e la cui violazione può, peraltro, dare luogo ad ipotesi di responsabilità sotto il profilo contabile e giudicabili dinanzi alla Corte dei Conti, che non si esclude di adire. Si resta, pertanto, in attesa di un positivo riscontro da parte dell’Ente locale – concludono il dirigente e segretario della scuola Don Bosco – che certamente avrà modo di rivedere il suo operato e rivalutare l’esigenza di creare un accesso che, stando così le cose, appare del tutto illegittimo”.

Più informazioni