Cronaca

Rinascita, “falsa partenza” per il maxi processo: i giudici si astengono

Nicola Gratteri: "Abbiamo perso un mese di tempo". Il presidente del collegio Tiziana Macrì: "Non ritengo di essere incompatibile, ma prendo atto della decisione della Corte d’Appello"

aula bunker lamezia rinascta

Esercito, Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza, elicotteri, servizio di vigilanza privata. È imponente la sicurezza attorno alla nuova aula bunker sorta nell’area industriale di Lamezia Terme dove si è celebrata, questa mattina, la prima udienza del maxi processo nato dall’inchiesta Rinascita Scott. Il lunghissimo elenco di imputati, avvocati e parti offese è ben esplicitato da un dato: il solo appello, iniziato intorno alle 11, si è concluso oltre 2 ore dopo. La data merita di essere cerchiata in rosso: il 13 gennaio 2021, in una fredda e piovosa giornata invernale, è infatti iniziato il vero e proprio processo contro la ‘ndrangheta vibonese destinato a rimanere nella storia. Fino ad oggi infatti è stata celebrata la sola udienza preliminare, nell’aula bunker del carcere romano di Rebibbia, a seguito della quale è stato disposto il rinvio a giudizio per oltre 300 imputati. Come prevedibile, però, quella di oggi è stata una “falsa partenza”.

L’astensione dei giudici.
I tre giudici del collegio giudicante – il presidente Tiziana Macrì, e Brigida Cavasino e Gilda Romano a latere – hanno infatti presentato una dichiarazione di astensione che dovrà essere valutata dal presidente del Tribunale di Vibo. Cavasino e Romano in quanto si sono già espresse su alcuni fatti di indagine nella sentenza che, lo scorso 27 ottobre, ha portato a diverse condanne contro il clan Soriano di Filandari. Tiziana Macrì, invece, in virtù del fatto che – in veste di Giudice delle indagini preliminari – aveva autorizzato un provvedimento di intercettazione esprimendo una prima valutazione di merito su alcuni elementi d’indagine.

“Abbiamo perso un mese di tempo”.
“Avevamo chiesto la ricusazione l’11 dicembre e solo oggi prendiamo atto che lei intende astenersi, quindi abbiamo perso un mese” ha detto il procuratore
Nicola Gratteri in aula. A chiarire la sua decisione è stata però il presidente Macrì, che ha spiegato: “Io non ritengo dentro di me di essere incompatibile, altrimenti l’avrei fatta prima. Il presupposto della mia dichiarazione di astensione è la decisione della Corte d’Appello: se la Corte non si fosse pronunciata io sarei andata avanti”.

“Sono qui oggi proprio per evitare di perdere tempo”.
“Il riferimento è alla decisione con cui lo stesso giudice è stato ricusato, in quanto ritenuto incompatibile, dallo stralcio del processo che vede a giudizio immediato quattro imputati tra cui l’ex parlamentare Giancarlo Pittelli (ne abbiamo parlato QUI). Sulla ricusazione nel procedimento principale, è importante precisare, ancora non è arrivata la decisione della Corte d’Appello. “Sono qui oggi – aveva inoltre già annunciato precedentemente il giudice Macrì – per costituire le parti e dare atto dei problemi di notifica, così da disporre la rinnovazione delle stesse ed evitare di perdere tempo agevolando la prossima udienza”.

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