Depositi costieri Vibo Marina, l’Amministrazione vuole delocalizzare ma vota il contrario

Bocciata una mozione congiunta di tutti i consiglieri di opposizione perchè “non fa altro che chiedere al sindaco un impegno che ha già assunto”

Vibo marina

La maggioranza del Consiglio comunale di Vibo Valentia sembra quasi il “leader saccente” della classe che tratta con superiorità i propri compagni. O quell’amico che ti dice “si si hai perfettamente ragione”, ma poi fa di testa sua. O, più banalmente, quei politici stretti nella loro arroganza che non intendono mai dare ragione agli “avversari”. E lo ammettono espressamente nonostante poco prima applaudissero con gran vigore la bambina che chiedeva maggiore responsabilità nel confronto politico (ne abbiamo parlato QUI). Il consigliere Lorenzo Lombardo ha infatti affermato durante il Consiglio comunale di ieri, in merito a una mozione presentata dall’opposizione, che “è improprio per la minoranza dettare l’agenda politica”. Che suona come un “bocceremo tutte le vostre proposte, sempre e comunque”. Tranne rari casi, ça va sans dire.

Depositi costieri di Vibo Marina. Oggetto della discussione era la delocalizzazione dei depositi costieri di Vibo Marina a seguito di una mozione presentata congiuntamente da tutta l’opposizione. I consiglieri di maggioranza intervenuti hanno sostanzialmente detto di essere d’accordo, visto anche che “il sindaco già lo scorso anno – ha dichiarato il consigliere Antonino Roschetti – aveva inserito la delocalizzazione nel programma elettorale, programma condiviso da tutti i consiglieri di maggioranza”. E anche il consigliere Lombardo si è detto concorde sul fatto che “non c’è tempo da perdere”.

Proposta “fuori luogo”. Però, alla fine, la mozione è stata bocciata. Come mai? È una mozione “fuori luogo” in quanto “non c’è bisogno che sia dato nessun indirizzo politico perché c’è già un percorso avviato” spiega Roschetti. “Non fa altro che chiedere al sindaco un impegno che ha già assunto” e “sarebbe assurdo approvare una mozione quando il sindaco si è già impegnato con la cittadinanza nel programma elettorale”, gli fa eco Lombardo. In altre parole: avete ragione, bisogna delocalizzare, ma non vogliamo prendere un impegno formale perché tanto non serve. Come il fidanzato che ti ama tanto ma per l’impegno del matrimonio beh, si, ne parliamo poi. Adducendo come motivazione la necessità di fare le cose per tempo o di creare un “gruppo di lavoro”, ovvero l’ennesima (inconcludente?) task force.

“Perché allora non la fate?”. Il paradosso della situazione è stato ben evidenziato dal consigliere Silvio Pisani del M5S: “Qua dentro c’è gente che è alla seconda, alla terza consiliatura. Quanti problemi sono stati risolti per il porto di Vibo Marina, cosa avete fatto? Immagino nulla”. Causando, naturalmente, le proteste di qualche consigliere che ha giudicato “offensive” le sue parole. “La delocalizzazione – ha ribattuto a chi diceva che serviva del tempo – avverrà negli anni, è naturale che non avvenga dall’oggi al domani. Avete poi parlato in commissione di fare un gruppo di lavoro, l’avete fatto? No. Se esistono dei progetti, se volete la delocalizzazione, perché non la fate? La volete fare? Facciamola”. “Però bisogna partire e decidere – ha chiosato Pisani – altrimenti non si va da nessuna parte”. Dello stesso parere Marco Miceli di “Vibo Democratica”: “Non basta inserire un punto nel programma o discuterne in commissione. Vi abbiamo dato una grande opportunità, non esiste colore politico su questo punto. Secondo voi è una proposta monca? Allora modificatela. Finora azioni concrete non ne abbiamo viste”.

La risposta della Limardo. In conclusione ha ribattuto il sindaco Limardo, ricordando innanzitutto che “non dobbiamo nascondere che la Meridionale Petroli ha portato ricchezza e la città si è sviluppata grazie a queste attività: il quartiere Pennello nasce per accogliere famiglie di operai non di pescatori. Cosa comporterebbe togliere i depositi costieri? Dobbiamo pensare alle conseguenze economiche”. Anche se l’Amministrazione, afferma, vuole delocalizzarli. “Sono processi lenti e lunghi ma che abbiamo avviato con fatti concreti. Sento dire, ma non sono preparata sul tema, che ci servono milioni di euro. Non abbiamo né uomini né mezzi per fare lo studio, per questo quando abbiamo potuto abbiamo inserito nei Cis (Contratti istituzionali di sviluppo, ndr) la richiesta del finanziamento di uno studio che ci dica come fare”. Con un invito finale alla polifunzionalità tra turismo e industria: “Non sappiamo come si evolve l’economia, se arriva una pandemia che impedisce di andare a mare cosa ce ne facciamo dello sviluppo turistico?”. Precisando che “penso anch’io che bisogna puntare sul turismo, ma se abbiamo questa polifunzionalità perché ce la dobbiamo mettere sotto i piedi? La mia idea è quella di far convivere queste realtà”.

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