Riapertura scuole e campi estivi a Vibo, il Pd attacca: “Giunta dei balocchi”

Il coordinamento cittadino contro l'Amministrazione comunale "tanto numerosa quanto inefficiente": "Campi estivi a settembre e situazione in alto mare per scuole dell'infanzia, elementari e medie"

pd partito democratico vibo

“La ‘Giunta dei balocchi’ di Vibo Valentia, tanto numerosa quanto inefficiente, ha offerto un’altra prova di sè: finché si tratta di creare slogan e annunci propagandistici in pompa magna, tutto va bene; quando bisogna fare le cose concretamente e tempisticamente , però, la faccenda si complica”. Il duro attacco all’Amministrazione Limardo viene dal coordinamento cittadino del Partito Democratico, che spiega: “E così i campi estivi, per i quali il Comune ha ricevuto un finanziamento governativo di 113mila euro, che dovevano essere un’occasione di socialità e svago per ragazzi dopo mesi di didattica a distanza, non sono stati attivati! Pare che i termini di presentazione dei progetti siano stati prorogati fino al 3 agosto: di questo passo, i campi estivi potrebbero diventare settembrini, alla vigilia dell’avvio scolastico”.

Situazione “in alto mare” per le scuole vibonesi

“E qui veniamo alle dolenti note, ancora più dolenti dei campi estivi-autunnali!” continua il Pd di Vibo Valentia. “È un dato di fatto – aggiunge – che la Provincia abbia presentato un proprio piano per la riapertura delle scuole superiori, di concerto con i dirigenti scolastici, mentre per le scuole del primo ciclo (infanzia, elementari e medie) su cui ha responsabilità il Comune, la situazione è ancora in alto mare. Certo, il presidente Solano non può far passare come genialata quella che è una soluzione di ripiego, dettata da ragioni di bilancio e logistiche, ma non certo didattiche: chi ha vissuto la didattica a distanza in questi mesi, da docente o da studente o da genitore, sa bene che si è trattato di una pezza emergenziale e che non può diventare la prassi! Prima di lasciare metà degli studenti a casa ogni settimana, bisogna pensarci su cento volte e ragionare sulla capienza delle aule: se proprio si devono fare i turni tra i ragazzi, meglio lasciarli a casa una settimana al mese, che una sì e una no!”.

Nessuna pianificazione a un mese e mezzo dalla riapertura

“Ad ogni modo – proseguono i democrat – questa soluzione è assolutamente da escludere per le scuole del primo ciclo, per motivi didattici, pedagogici e socio-psicologici. Come sicuramente avranno letto la sindaca e l’assessora al ramo, donna di scuola, le linee guida ministeriali di fine giugno contemplano la didattica integrata solo per le scuole superiori (come appunto ha previsto la Provincia); pertanto si rende necessaria una pianificazione completa e condivisa tra il Comune e le istituzioni scolastiche, al fine di garantire a tutti gli studenti della città, da 0 a 14 anni, la frequenza scolastica quotidiana. E a oggi, a un mese e mezzo dalla riapertura delle scuole, di questa pianificazione non c’è traccia! Anzi, il sindaco Limardo ha pensato bene di mettere ‘gentilmente’ alla porta la stampa nella Conferenza di servizio del 30 luglio (ne abbiamo parlato QUI, ndr)…Meglio non avere ‘testimoni’ di quello che poteva emergere in una riunione molto delicata, nella quale i dirigenti scolastici avevano molto da dire e da reclamare…”

“Meno chiacchiere e più concreti”

Particolarmente critica, afferma il Partito Democratico, è la situazione all’Istituto comprensivo di Vibo Marina e in due istituti centrali della città (il I circolo ‘Don Bosco’ e l’IC ‘Garibaldi -Buccarelli’) “che, oltre ai problemi di sovraffollamento e mancanze di aule nelle sedi centrali, hanno tre plessi totalmente sprovvisti di sede: i plessi dell’Infanzia di Vena e di via Jan Palach e la scuola primaria ‘Domenico Savio’. I necessari piccoli lavori edilizi di efficace rapidità potrebbero non bastare; si potrebbe dover fare ricorso a sedi scolastiche aggiuntive di proprietà del Comune, quali la vecchia scuola ‘Bruzzano’ di Scesa San Giuseppe o Palazzo delle Accademie, oppure stipulare accordi con altri enti e associazioni proprietari di locali idonei all’uso scolastico in questa fase di emergenza. Come hanno dichiarato dall’Ufficio scolastico regionale, ‘non si tratta di uno sforzo ciclopico, ma di buona volontà di mettersi a lavorare, facendo meno chiacchiere e essendo più concreti'”.

Più informazioni