Vibo, approvato il Psc dopo 16 anni: “Punto di partenza non di arrivo”

"Per i non addetti ai lavori - ha spiegato l'assessore Scalamogna - si tratta di un ricettario a cui poi seguiranno una serie di atti che disegneranno lo sviluppo della città"

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Il Piano strutturale comunale (Psc) arriva nella sala consiliare del Comune di Vibo Valentia dopo un percorso molto travagliato, iniziato nel 2004. Ci sono voluti 16 anni per arrivare all’approvazione definitiva – con 17 favorevoli, 3 contrari e 1 astenuto –  avvenuta, però, come se nulla fosse successo. Ovvero come se l’inchiesta “Imponimento” contro la cosca Anello-Fruci, coordinata dalla Dda di Catanzaro, non avesse coinvolto anche Francescantonio Tedesco, primissimo attore del Psc – in quanto presidente della Commissione Urbanistica – che aveva avuto un ruolo significativo nella valutazione del progetto.

Cinque Amministrazioni e il bivio del sindaco Limardo

Si tratta di un documento che ha attraversato ben cinque amministrazioni, con l’incarico all’architetto Francesco Karrer dato durante la prima Amministrazione Costa, le linee guida elaborate dalla Giunta Sammarco, l’adozione avvenuta sotto la guida di D’Agostino e poi la seconda Amministrazione Costa che ha fatto un lavoro di verifica e disamina delle controdeduzioni. “Noi abbiamo inciso ben poco – ha spiegato il sindaco Limardo – la nostra attività è stata minimale, è consistita solo nella presa d’atto adeguamento al regolamento edilizio regionale. Non mi sottraggo alla responsabilità di adozione di una scelta, ma ero dinanzi a un bivio: se mandare o meno in aria un lavoro travagliato che inizia nel 2004, sono passati 16 anni e avrebbe fatto tornare indietro la città”.

Punto di partenza, non un traguardo

Nella relazione al Consiglio comunale il sindaco Limardo è stata poi molto chiara sulla valenza di questo documento, che rappresenta “la tappa di un percorso, seppure molto importante per il futuro della città, ma non un traguardo”. A differenza del piano regolatore, infatti, il Psc delinea degli indirizzi per la futura gestione del territorio, e il primo cittadino ha assicurato che dopo l’approvazione “correremo, ci metteremo al lavoro”. “Sarà fatto un bando per le migliori proposte di pianificazione – ha annunciato – con la partecipazione dei cittadini”, spiegando che verranno creati laboratori urbani e territoriali per coinvolgere i cittadini e gli ordini professionali.

“Stabiliremo il disegno della nostra città”

L’assessore all’urbanistica Pasquale Scalamogna ha poi evidenziato “la cosa più importante”, ovvero “il dato politico: oggi a 16 anni dall’inizio della discussione viene portato in aula il Psc. Un Psc che a me piace, che apre uno scenario importante sulle linee di sviluppo della nostra bella città”. “Per i non addetti ai lavori – ha aggiunto – bisogna capire che non è uno strumento urbanistico come quello a cui siamo abituati, rispetto al piano regolatore è tutt’altra cosa. Ha un ricettario di sviluppo su cui poi si innestano una serie di atti che disegneranno in modo concertato lo sviluppo della città. Noi arriveremo a stabilire il disegno della nostra città incontrando tutti”. Spiegando poi di aver “liberato” una parte di Vibo Marina e di aver risolto il problema della Meridionale Petroli “dove potranno convivere le due attività, industriale e turistica”.

Piano strutturale “vecchio”? 

La parola è poi passata all’architetto Francesco Karrer, progettista del Piano strutturale, accolto in aula da un applauso. Il professore si è detto colpito delle parole del sindaco Limardo riguardo all’aver solo portato a compimento un percorso, in quanto si tratta di un passaggio non scontato poichè “bisogna tenere conto della complessità del reale”. Ha poi parlato delle varie difficoltà dal punto di vista tecnico nell’adeguarsi alla molteplice normativa, ad esempio riguardo le nuove indicazioni del testo unico sull’edilizia. Spiegando, inoltre, che è stata prestata molta attenzione alle problematiche del quartiere Pennello di Vibo Marina e che si tratta realmente di un’inizio e non della fine di un percorso in quanto “la legge prevede che tutto quello che attueremo venga monitorato costantemente”. Rispondendo infine alle domande di chi si chiedeva se, essendo passati 16 anni, si trattasse di un atto dal contenuto “vecchio”, ha spiegato che gli indirizzi politici del 2004 “sono frutto di un lavoro di scambio di idee che prendono il meglio della cultura urbanistica degli anni precedenti” e che si tratta di obiettivi “assolutamente attuali” in quanto incentrati “su un’idea di sviluppo della città”.

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