Dalle province

Verso l’estate, Tropea ci crede: “Pronti ad accogliere i turisti” (VIDEO)

I tropeani sono pronti a ripartire soprattutto in vista del ponte del 2 giugno. Tante attività pronte a riaprire: "Lo Stato ha fatto poco o nulla per noi, ma dobbiamo ritornare a vivere"

Sono gli ultimi giorni di maggio. Il sole splende dopo due giorni di nuvole e pioggia ed a Tropea si lavora alacremente per provare a tornare presto alla normalità. Le attività commerciali si stanno riorganizzando, stanno aprendo le porte dei loro locali per iniziare a fare lavori di manutenzione e di pulizia. L’obiettivo è quello di essere pronti per il prossimo fine settimana, quello che apre le porte al ponte del 2 giugno. Gli spostamenti nella regione sono consentiti e magari l’auspicio è tornare a praticare un turismo più “domestico” come accaduto a dicembre 2019 quando Tropea ha lavorato bene nelle settimane del Natale con tante iniziative che hanno portato migliaia di persone nella capitale del turismo calabrese.

Sentimenti contrastanti: fiducia e preoccupazione. I tropeani ci credono, hanno voglia di rialzarsi ed affrontare con entusiasmo i giorni che portano ad una nuova stagione estiva. La Bandiera Blu è un riconoscimento che ha sprigionato energia e voglia di fare. Ma non è tutto oro quel che luccica. Ci sono persone che hanno perso tanto, persone che magari non riusciranno a ripartire, attività ferme che non riapriranno. “C’è tanta preoccupazione – afferma una signora, lavoratrice stagionale in una delle strutture alberghiere più importanti della città – e speriamo di risollevarci perchè ho tre figli da mantenere. Speriamo di poter ritornare a lavorare al più presto”.

Chi ha riaperto provando a dare un segnale di positività. Nella centralissima Piazza Ercole c’è “Hostaria Italiana”, un ristorante-pizzeria con tanti tavolini all’aperto. Il corso è vuoto, ma Giuseppe Carbone non molla e già da lunedì scorso ha riaperto il proprio locale. “Non è facile, abbiamo diminuito il numero dei tavoli, ma per fortuna ho tanto spazio. Bisogna crederci tutti insieme. Certo, lo Stato finora non ci ha aiutato. I 600 euro sono arrivati, ma con quelli, anche una piccola attività come la nostra, non si va avanti. Avremmo bisogno di risorse a fondo perduto e di incentivi per ritornare a promuovere le bellezze del territorio. Non è facile, mi rendo conto, ho dovuto ridurre il personale, ma non possiamo continuare a rimanere chiusi”.

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