Economia & società

Beatificazione di Natuzza Evolo: un anno fa l’insediamento del Tribunale diocesano

Il giusto e atteso riconoscimento verso una figura straordinaria che ha saputo vivere con umiltà la sua missione terrena al servizio della gente e soprattutto degli ultimi

Natuzza-Evolo

Il sei aprile prossimo ricorrerà il primo anniversario dell’insediamento nella Villa della Gioia di Paravati del Tribunale diocesano incaricato di istruire il processo per la causa di beatificazione di Mamma Natuzza, morta in odore di santità il primo novembre del 2009. Un momento indimenticabile che ci sembra giusto ricordare illustrando i vari passaggi che hanno preceduto l’insediamento della commissione diocesana fino ad arrivare al giorno in cui per la chiesa la mistica con le stimmate è diventata ufficialmente “Serva di Dio” in quanto donna di fede, di luce e di carità. Il giusto e atteso riconoscimento verso una figura straordinaria che ha saputo vivere con umiltà la sua missione terrena al servizio della gente e soprattutto degli ultimi e dei sofferenti, definendosi in più di una circostanza “solo un verme di terra” , con una dignità che solo Dio le poteva dare.

LA PRIMA FASE DEL CAMMINO. L’istruttoria era stata avviata dal vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea monsignor Luigi Renzo nel novembre del 2014 a cinque anni esatti dalla morte della mistica, così come prescrive il diritto canonico. Contestualmente il presule aveva anche proceduto alla nomina di don Enzo Gabrieli, sacerdote dell’arcidiocesi di Cosenza-Bisignano, quale postulatore. Giusto qualche settimana prima anche la conferenza episcopale calabrese aveva espresso all’unanimità il suo parere favorevole alla richiesta inoltrata con celerità dal pastore diocesano di introdurre la causa di beatificazione della mistica di Paravati. Successivamente il relativo carteggio era stato portato direttamente in Vaticano dallo stesso monsignor Luigi Renzo con la richiesta di poter avviare il processo. Nel novembre 2018 – dopo un lungo periodo di attesa durato quattro anni – era giunto finalmente l’annuncio da parte del presule della decisione della Congregazione della dottrina della fede di sciogliere ogni riserva e di dare il parere favorevole per aprire la Causa di beatificazione. Il 20 febbraio 2019 era stato, quindi, pubblicato in tutte le parrocchie della diocesi l‘editto vescovile con l’avviso dell’apertura del processo e l’insediamento ufficiale del Tribunale diocesano composto dal giudice delegato don Francesco Vardè in rappresentanza del presule, dal promotore di giustizia monsignor Saverio Di Bella, dal notaio don Francesco Sicari e dal notaio aggiunto Francesco Reda

IL DOCUMENTO. L’Editto parla di Mamma Natuzza come di una “Donna divinamente ispirata”, che “ha intuito l’importanza del servizio di carità e della preghiera favorendo lo spirito ecclesiale e con la generosa e fattiva collaborazione di sacerdoti e laici, sia la promozione di diverse opere di assistenza sociale (centro anziani, casa cura, etc) sia il moltiplicarsi di Cenacoli di preghiera in Diocesi ed in tutto il mondo”. Per il postulatore don Enzo Gabrieli – che nella fase diocesana del processo di beatificazione insieme al vescovo ha un ruolo centrale nella raccolta delle testimonianze che da quanto si è potuto apprendere sono già numerose – Natuzza Evolo “è stata un esempio per tutti e va guardata soprattutto nella sua capacità di portare a Paravati migliaia di persone in cerca di una parola di conforto nei momenti più duri, come quelli della malattia, riuscendo a far vivere cristianamente i momenti di sofferenza e mettendo sempre al centro Gesù”.

IL GRANDE GIORNO.
Ma la data più significativa è sicuramente quella del sei aprile di un anno fa quando alla presenza di oltre diecimila fedeli nella Villa della Gioia è stato insediato il Tribunale diocesano con il compito di istruire la causa di beatificazione della mistica. Uno dei momenti centrali di quel giorno è stata l’omelia tenuta da monsignor Lugi Renzo che parlando del processo di beatificazione di Fortunata Evolo ha evidenziato che una volta conclusa la fase diocesana del percorso si passerà alla fase romana. “Solo allora, quando arriverà il decreto del Papa di riconoscimento delle sue virtù eroiche – aggiunse nel suo intervento il pastore diocesano – potremo parlare della Venerabilità della nostra Mistica. Prima non è consentito alcun segno di pubblica venerabilità. Il farlo potrebbe essere rischioso per l’esito stesso della causa. Oggi quindi non dichiariamo Natuzza Beata, ma poniamo i primi passi verso il traguardo. Intanto, quel che conta – ha detto ancora il presule – è partire ed è significativo che questo avvenga in tempo di Quaresima, un tempo che in vita ha segnato particolarmente la carne di Natuzza, fino ad una quasi sua immedesimazione col Crocifisso”. Altro aspetto della vita della mistica messo in evidenza dal vescovo la testimonianza di donna, di mamma e di cristiana innamorata di Gesù, al punto da sacrificare tutto a questo scopo. “La sua vita è stata – furono le parole del presule – una lettera scritta nella sofferenza e nell’amore obbediente al Signore dentro la Chiesa”. Durante la celebrazione accanto al pastore della diocesi di Mileto c’erano cinque vescovi e oltre cento sacerdoti. In conclusione della celebrazione era seguita poi la toccante testimonianza sulla Serva di Dio del figlio Antonio Nicolace.

IL COMPITO DELLA COMMISSIONE DIOCESANA. Al Tribunale insediato un anno fa è stato affidato il compito di raccogliere documenti e testimonianze per accertare le virtù cristiane e teologali di Natuzza, ovvero fede e speranza e carità, nonché le quattro virtù cardinali: prudenza, giustizia, fortezza e temperanza. Una volta poi esauriti gli atti dell’istruttoria tutto il materiale raccolto sarà consegnato alla Congregazione della Causa del Santi dove un relatore preparerà la “Positio” (la sintesi che prova l’esercizio eroico delle virtù) da sottoporre all’esame di nove teologi e successivamente dei cardinali e dei vescovi che fanno parte della Congregazione. Se il giudizio sarà favorevole il risultato verrà presentato al Papa per l’attribuzione del titolo di Venerabile. Per arrivare alla beatificazione occorrerà a questo punto un miracolo avvenuto subito dopo la morte e attribuito all’intercessione di Natuzza Evolo.

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