Cronaca

Rinascita Scott, emergenza Coronavirus: anticipato il Riesame di Pittelli

I giudici del Riesame di Catanzaro hanno anticipato l'udienza all'8 aprile, giorno in cui verrà discussa anche la posizione dell'impreditore vibonese Lo Riggio

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E’ stato anticipato di due settimane l’appello cautelare, davanti ai giudici del Riesame,  del noto penalista Giancarlo Pittelli, arrestato il 19 dicembre dell’anno scorso, nell’ambito della maxi inchiesta della Dda di Catanzaro, “Rinascita Scott”, attualmente detenuto nel carcere di Nuoro, sospeso per un anno dalla professione dal Consiglio distrettuale di disciplina forense. L’alto rischio contagio nelle carceri a causa dell’emergenza Coronavirus, ha spinto il legali difensori, Salvatore Staiano e Guido Contestabile ad accelerare i tempi e a non attendere oltre, chiedendo al Tribunale della libertà di Catanzaro di anticipare l’appello contro la decisione del gip Barbarà Saccà che ha bocciato la richiesta di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari fuori regione con l’uso del braccialetto elettronico, già calendarizzato per 23 aprile. I giudici del Riesame hanno accolto l’istanza difensiva, fissando per l’8 aprile la discussione sulla posizione del noto legale catanzarese. E non è la prima volta che il caso Pittelli approda al vaglio del Riesame: nel mese di gennaio i difensori avevano chiesto invano al Tdl l’annullamento dell’ordinanza della misura cautelare in carcere. Decisione contro la quale, i legali difensori dell’indagato hanno già proposto ricorso in Cassazione.

Le ragioni del gip. Per il gip la richiesta difensiva non costituisce un fatto nuovo, sopravvenuto, presupposto necessario per una nuova valutazione di quelle che sono le esigenze cautelari.  Una richiesta bocciata anche in considerazione della decisione del Riesame di confermare l’ordinanza di misura cautelare in carcere per Pittelli. In questo caso i giudici del Tdl hanno solo riqualificato il fatto da associazione a delinquere di stampo mafioso in concorso esterno, che per il gip si traduce “ in una condotta di maggiore allarme sociale tanto da pretendere e ribadire la scelta della massima misura custodiale, scelta che lo stesso tribunale del Riesame avrebbe potuto modificare, selezionando la misura più gradata degli arresti domiciliari e che evidentemente non ha ritenuto congrua e proporzionata rispetto alla personalità dell’indagato e al pericolo cautelare evidenziato.  La recente valutazione del Tdl non può considerarsi superata dal momento che non sono sopraggiunti fatti nuovi, idonei ad incidere sull’apprezzamento del pericolo attuale e concreto di reiterazione del reato e di quelli commessi con l’aggravante mafiosa”.

Le relazioni per trovare scappatoie.  Nelle motivazioni con cui il gip rigetta per l’ex parlamentare gli arresti domiciliari fuori regione e con il braccialetto elettronico, viene ribadito nero su bianco che “le relazioni a tutti i livelli, con esponenti delle Forze dell’ordine, dei servizi segreti, delle cancellerie dei vari tribunali , di alte personalità costruite e mantenute da Pittelli  nel corso di tantissimi anni non sono certo venute meno in questo frangente e a tali relazioni l’indagato potrebbe facilmente appigliarsi, nella particolare vicenda umana che lo vede coinvolto, a favore di se stesso”. Tra l’altro, “lo spazio di azione dell’indagato nella commissione dei reati non si circoscrive alla regione Calabria, ma involge uno spazio molto più ampio, avendo dimostrato di possedere importanti conoscenze quanto meno in tutta Italia”.

 Il rischio di reiterare il reato.  E a riprova di questo argomento il gip fa riferimento alla perquisizione avvenuta nel domicilio e nello studio Pittelli, in sede di esecuzione della misura cautelare, in cui è stato trovato un foglio manoscritto, vergato dallo stesso penalista in un periodo antecedente il blitz, “nel quale l’indagato aveva approfondito una scaletta di giustificazioni relative ai precisi temi di indagine, in effetti trattati in ordinanza”. Un fatto questo non trascurabile per il giudice ai fini “del concreto e attuale pericolo di reiterazione delle condotte criminose”.  Argomentazioni che i legali difensori di Pittelli proveranno a smontare punto per punto il prossimo 8 aprile.

L’imprenditore Lo Riggio davanti al Riesame. Quello stesso giorno si discuterà anche l’appello cautelare dell’imprenditore vibonese, Mario Lo Riggio, codifeso dai legali Salvatore Staiano e Francesco Muzzopappa, accusato di associazione a delinquere di tipo mafioso. Per il gip, il 59enne avrebbe messo le sue imprese ed i suoi rapporti imprenditoriali e finanziari alle dirette dipendenze di Gregorio Gasparro di San Gregorio d’Ippona e dei Lo Bianco-Barba di Vibo “in modo sistematico al fine di raggiungere gli obiettivi della consorteria”, finanziando le attività di Paolino Lo Bianco, Saverio Razionale e Gregorio Gasparro, con erogazione di prestiti.

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