Rinascita, Pittelli al Riesame e la Dda deposita nuovi atti (VIDEO)

La Procura distrettuale di Catanzaro ha presentato anche i verbali di un pentito per rafforzare le accuse a carico dell'ex parlamentare, figura centrale dell'inchiesta

Sembra una partita a scacchi quella tra la Dda di Catanzaro e la difesa di Giancarlo Pittelli, uno dei principali indagati nella maxi inchiesta "Rinascita Scott". La Procura antimafia ha infatti depositato al Tribunale del Riesame nuovi atti e una nota integrativa per rafforzare le accuse ipotizzate nei confronti del penalista catanzarese recluso nel carcere di Nuoro dove è stato trasferito subito dopo l'interrogatorio di garanzia al quale avrebbe dovuto sottoporsi davanti al gip distrettuale lo scorso 21 dicembre. In particolare i pm Annamaria Frustaci e Antonio De Bernardo hanno depositato alcuni verbali relativi alle dichiarazioni fornite dal collaboratore di giustizia Vincenzo Marino. Nell'aula bunker del palazzo di Giustizia di via Paglia, la difesa di Pittelli, rappresentata dagli avvocati Salvatore Staiano, Guido Contestabile, Enzo Galeota e Fabrizio Costarella, chiederà ai giudici l'annullamento dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere respingendo le accuse contestate all'ex parlamentare di Forza Italia.




L'udienza. Con circa cinque ore di ritardo, rispetto a quanto programmato, è iniziata alle 18.30 l'attesa udienza che si sta tenendo nell'aula bunker dinanzi al Tribunale del Riesame. Giancarlo Pittelli è collegato in videoconferenza dal carcere di Nuoro, dove si trova ristretto e sta assistendo alla discussione. In avvio di udienza non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione.

 

Le ipotesi accusatorie. La Dda aveva inizialmente chiesto nei confronti di Pittelli la misura cautelare in carcere per concorso esterno in associazione mafiosa ma il gip ha aggravato la sua posizione ipotizzando il reato di associazione mafiosa. La sua è una delle figure centrali nell'inchiesta e i magistrati della Dda di Catanzaro lo definiscono una sorta di "Giano Bifronte", cioè colui che  avrebbe messo sistematicamente a disposizione del capo dei capi della 'ndrangheta vibonese, Luigi Mancuso, il proprio patrimonio di conoscenze e di rapporti privilegiati con esponenti di primo piano a livello politico-istituzionale, del mondo imprenditoriale e delle professioni, anche per acquisire informazioni coperte dal segreto d’ufficio e per garantirne lo sviluppo nel settore imprenditoriale. In concorso con il tenente colonnello Giorgio Naselli, ex comandante del Reparto operativo dei Carabinieri di Catanzaro, Pittelli è accusato anche di rivelazione ed utilizzazione di segreti d'ufficio.

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