Cronaca

Ritrovato il corpo del piccolo Nicolò. Era a 500 metri dalla mamma, sepolto sotto i detriti (VIDEO)

Il corpo del bambino è stato scovato a circa 500 metri dal luogo in cui era stata rinvenuta la madre e il piccolo Cristian. Era sepolto sotto una spessa coltre di detriti e terriccio

di FEDERICA TOMASELLO

È di pochi minuti fa la notizia del ritrovamento del corpicino del piccolo Nicolò Frijia, ritrovato nelle campagne di San Pietro Lametino dove, lo scorso 5 ottobre ha perso la vita assieme alla madre e al fratello più grande. I volontari e gli esperti non hanno mai perso le speranze e finalmente stamani, nel giorno delle esequie della giovane donna e del primo figlio, hanno ritrovato anche il piccolo corpicino di Nicolò.  Il corpo del bambino è stato scovato a circa 500 metri dal luogo in cui era stata rinvenuta la madre e il piccolo Christian. Era sepolto sotto una spessa coltre di detriti e terriccio. Al ritrovamento del corpo del bambino, frutto dell'abnegazione dei vigili del fuoco e del personale della Protezione civile regionale, oltre che di decine di volontari, ha contribuito il georadar messo a disposizione dal Cnr, con l'intervento di geofisici specializzati.





La vicenda. Stefania viaggiava in auto, quella maledetta notte tra il 4 e il 5 di ottobre scorso a bordo di un’Alfa Romeo Mito, con i due bambini, prelevati da casa della nonna, quando un’ondata d’acqua e fanghiglia l’avrebbe travolta, rigirando la vettura nell’altro senso di marcia e riempiendola di acqua e fango sino ai fari; probabilmente, è stato proprio questo a fa reagire Stefania che, con l’obiettivo di proteggere i propri figli, potrebbe aver pensato l’unica possibilità fosse dirigersi fuori dal veicolo e trovare un posto in cui ripararsi, magari in una casa nelle vicinanze. Proprio allora, si suppone, un’ondata di fango, detriti e acqua, straripata da un canale di scolo e fuoriuscita con violenza,  possa averli travolti separandoli e dividendo Stefania e i suoi due bambini. La trentenne, infatti,  è stata ritrovata esanime a  circa cinquanta metri di distanza  dal figlio più grande.

La procura vuole vederci chiaro. La Procura della Repubblica di Lamezia Terme ha avviato un’indagine a carico di ignoti sulla tragedia, ipotizzando il reato di omicidio colposo plurimo. Le indagini inoltre sono state effettuate anche con il supporto di un pool di esperti che depositeranno in procura le perizie tecniche intente a comprendere se vi siano state o meno responsabilità derivanti dal disinteresse nella manutenzione dei canali di scolo o comunque una qualche responsabilità umana.

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