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Vibo, crisi al Comune: Costa cerca di uscire dall’impasse. Ma Luciano conferma: “Nessuna trattativa”

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E’ ormai muro contro muro tra il presidente del Consiglio dimissionario ed il sindaco della città. Possibile un ingresso in giunta del gruppo di Vincenzo Pasqua. Si va verso un esecutivo quasi monocolore FI

Per sindaco di Vibo Valentia Elio Costa è un fine settimana di apprensione quello che si appresta a concludersi, nel tentativo di ricostruire una maggioranza che abbia un minimo di stabilità dopo l’annuncio delle dimissioni da parte del presidente del Consiglio Stefano Luciano che ha anche ritirato gli assessori dalla giunta.   Ad ogni modo,  il capo dell’Amministrazione prima di revocare gli assessori Lorenza Scrugli e Giuseppe Russo, dovrà valutare  se davvero non esistano alternative. Ma una strada ben precisa il presidente del Consiglio Stefano Luciano conferma stamane alla Gazzetta del Sud di averla già presa:  “Non vi è alcuna trattativa in corso. La decisione di rinunciare alla carica di presidente del Consiglio, nonché quella di ritirare per mezzo di dimissioni la delegazione degli assessori è stata già assunta ed è irrevocabile”.

Dal canto suo, FI sta accelerando  i tempi, per favorire l’ingresso in giunta  degli uomini di Vincenzo Pasqua. C’è chi, invece, spinge per un esecutivo tecnico nuovo di zecca. E si gioca un’altra  partita nella partita: quella per l’elezione del nuovo presidente del Consiglio. Tra i papabili, Sabatino Falduto e Giuseppe Policaro. Ma è ancora presto per pensare di sciogliere questo nodo.

Al momento, l’ex magistrato si sta muovendo, infatti, ad ampio raggio, guardando a tutti i gruppi consiliari, nella convinzione di poter carpire consensi ovunque per garantirsi un minimo di stabilità. Tanto che dalle fila della minoranza, Antonio Lo Schiavo ha provato ieri a fare chiarezza sulla posizione dei Progressisti per Vibo: sostanzialmente, “se non ci fosse una maggioranza bisognerebbe ritornare alle urne. Nel caso in cui non vi fosse la volontà di dimettersi –ha detto l’ex candidato del centrosinistra – sarebbe inutile tenere paralizzato il consiglio comunale. Dunque, spetterebbe al sindaco presentarsi in Aula  per certificare il fallimento de “La Città che vorrei” e sottoporre al vaglio dell’assise le proprie idee per uscire dall’impasse. Noi  – ha concluso Lo Schiavo – rimaniamo fermi sulle nostre priorità: lotta alla povertà, contrasto al degrado urbano delle periferie, rilancio dell’urbanistica”.

 

 

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