Economia & Società

Da Vibo a Cosenza sui passi dei diritti negati: perché disabile in Calabria è… diverso

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Dopo il caso della ragazza cieca a scuola senza libri in braille e docenti specializzati, l’Ente nazionale Sordi denuncia che sono oltre 10 i ragazzi a cui viene negato il diritto allo studio

Disabilità è tante cose in Calabria. Tra queste anche indifferenza. Da parte di chi dovrebbe tutelare i più deboli. Così dopo il caso della 14enne cieca di Vibo Valentia, denunciato dall’associazione “Io vedo con le mani onlus”, che da dieci anni combatte con la burocrazia per vedersi riconosciuto il diritto allo studio – considerato che a scuola continua a non avere né docenti specializzati né testi in braille – è da Cosenza che viene lanciato un altro allarme.

Da Vibo a Cosenza. È sempre di diritto allo studio che si parla. Un diritto che in Calabria sembra dover fare i conti con tagli e burocrazia, come denunciato dal Garante per l’Infanzia Marziale che sul caso Vibo ha acceso i riflettori per chiedere risposte. Così, sembra stia accadendo a Cosenza, dove l’Ente Nazionale Sordi ha denunciato che “sono più di 10 gli studenti sordi frequentanti la scuola superiore a cui la Provincia di Cosenza nega il diritto allo studio. Accade ogni anno e dopo manifestazioni, proteste, denunce, azioni legali, pronunce del Tar il servizio viene attivato. Eravamo convinti – chiosano – che da quest’anno le cose sarebbero andate diversamente ma ci siamo illusi e addirittura ancora oggi a metà ottobre non abbiamo alcuna notizia circa l’attivazione del servizio di assistenza alla comunicazione, diritto previsto dalla legge 104/92”.

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La denuncia. Questa la denuncia, dunque, dell’Ente Nazionale Sordi che prosegue: “Il servizio in questione è infatti per questi studenti un’importante strada attraverso cui potere esprimere le proprie capacità e aumentare le proprie conoscenze senza che le difficoltà uditive e di espressione verbale pregiudichino le loro potenzialità. La competenza sarebbe in realtà, dal 2016, della Regione la quale ha trasferito la gestione del servizio, così poco considerato, alle Province”.

Le risorse. Il problema sono sempre le risorse. Perché i tagli, come spesso accade, è sui deboli che si abbattono. Risorse sempre più esigue a fronte di un diritto che viene così calpestato. “Le risorse dalla Regione – spiegano dall’Ente sordi – per l’anno scolastico in corso tardano ad arrivare ragion per cui la Provincia di Cosenza non intende dare il via alle attività. Vero è che per l’anno scolastico 2016/17 la Provincia riceveva dalla Regione 730.911,89 euro da destinare solo al servizio di cui si parla e al trasporto scolastico. Alla nostra legittima richiesta di capire come quelle risorse siano state utilizzate ed eventualmente attivare il servizio con quanto non speso negli anni passati nessuna risposta. Le attività dell’anno passato non sono state ancora rendicontate agli organi competenti quindi a nessuno è dato sapere. Esistono province virtuose che addirittura anticipano le spese relative al servizio prorogando la concessione di incentivi, indennità e premi di produzione a dipendenti e dirigenti ma come osare proporlo. Accade così – proseguono – che agli studenti non rimane che aspettare, oggi, domani, in futuro forse qualcosa accadrà nel frattempo però cari ragazzi andate a scuola, prendetevi la presenza, basterà quella superare l’anno!”.

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