Cronaca

‘Ndrangheta: il pentito Mantella ed il timore dei clan vibonesi e lametini

Affari inconfessabili potrebbero presto essere portati alla luce dal nuovo “pentito” di Vibo Valentia che in 20 anni di malavita e pistole ha scalato i “gradini” del crimine

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Potrebbe svelare anni di dinamiche mafiose e di malaffare ben oltre la città di Vibo Valentia la collaborazione intrapresa da qualche tempo con la giustizia da Andrea Mantella, alias “A guscia”, già condannato quale personaggio di spicco del clan Lo Bianco-Barba. Dagli atti delle operazioni già giunte a sentenza (in particolare “Nuova Alba” e “Uova del drago”) emergono infatti gli stretti rapporti che il 44enne vibonese avrebbe stretto negli anni con il clan Bonavota di Sant’Onofrio. Ma non solo.

L’area industriale di Maierato ed i contatti pure con i Vallelunga. Persino i Vallelunga di Serra San Bruno (conosciuti come ” I Viperari”), stando ad alcuni atti dell’operazione antimafia “Nuova Alba” contro il clan Lo Bianco, avrebbero puntato negli anni “gli occhi” sull’area industriale di Maierato. Qui, secondo alcune risultanze investigative, avrebbero stretto un’alleanza con Andrea Mantella il quale a sua volta sarebbe riuscito a controllare alcune attività dell’allora costruendo Parco commerciale attraverso una solida alleanza con il clan Bonavota. La collaborazione di Andrea Mantella, quindi, potrebbe fare luce sugli omicidi dei fratelli Alfredo e Raffaele Cracolici (quest’ultimo avvenuto a Pizzo nel 2004), la cui eliminazione ha portato i clan di Sant’Onofrio ad operare indisturbati nell’area industriale di Maierato.

Il pentito Francesco Michienzi, i “cristianuni” ed i Bonavota. Dei contatti con i Bonavota aveva del resto ampiamente raccontato in più verbali il collaboratore di giustizia, Francesco Michienzi, di Acconia di Curinga (Cz), probabilmente fra i più credibili pentiti del Vibonese anche se per diverse ragioni le sue dichiarazioni non hanno portato agli esiti giudiziari sperati dagli inquirenti. Michienzi ha raccontato sin nei particolari i summit che si sarebbero tenuti fra i Bonavota, Andrea Mantella e Francesco Scrugli per pianificare l’omicidio di Raffaele Cracolici (detto “Lele Palermo”), spiegando al contempo anche i solidi rapporti che sarebbero nati negli scorsi anni con il clan di Rocco Anello di Filadelfia, sovra-ordinato agli stessi Bonavota. I “due cristianuni” sarebbero stati appellati Mantella e Scrugli, a detta del collaboratore Michienzi, da parte dei Bonavota nel corso di una delle tante riunioni.

Raffaele Moscato

I Piscopisani e Mantella. La collaborazione di Andrea Mantella potrebbe altresì svelare la genesi dei legami che lo stesso – unitamente al fido Francesco Scrugli – avrebbe stretto negli anni, e prima della sua detenzione, con i clan di Piscopio ed in particolare con le “famiglie” Fiorillo, Battaglia e Galati. Omicidi irrisolti come quello di Antonio De Pietro (ucciso a Piscopio l’11 aprile 2005) potrebbero trovare una soluzione, mentre di certo Andrea Mantella potrebbe riscontrare molte delle dichiarazioni di Raffaele Moscato, l’altro collaboratore di giustizia del Vibonese fuoriuscito dal clan dei Piscopisani.

Pantaleone Mancuso

I Mancuso e Mantella. Tremano dal canto loro gli stessi esponenti apicali del clan Mancuso di Limbadi e Nicotera. Anni di rapporti e contrasti fra lo stesso Mantella e la consorteria mafiosa dei Mancuso potrebbero essere definitivamente chiariti, compreso l’episodio del pestaggio da parte di Andrea Mantella ai danni di uno dei figli di un esponente apicale della “famiglia” di Limbadi. Di certo, Andrea Mantella, dovrebbe essere in grado di spiegare anche le “protezioni” ai più alti livelli politici ed imprenditoriali di cui ha goduto negli ultimi decenni il clan Mancuso.

Pasquale Giampà

Mantella ed i clan di Lamezia. Andrea Mantella è cognato di Pasquale Giampà, alias “Mille lire”, fratello di Francesco Giampà, detto “il Professore”, quest’ultimo capo storico della consorteria mafiosa di Lamezia Terme-Nicastro. Da qualche tempo “Mille lire” ha intrapreso la strada della collaborazione con la giustizia e questo potrebbe aver indotto lo stesso Andrea Mantella a “vuotare il sacco” con gli inquirenti. Altri collaboratori di Lamezia Terme, tuttavia, avrebbero parlato in questi mesi del ruolo di Andrea Mantella anche nel Lametino in stretto collegamento con i Giampà e per questo determinante ai fini dell’esatta comprensione delle dinamiche mafiose sull’asse Vibo-Lamezia potrebbe rivelarsi la collaborazione del 44enne vibonese. Di lui, negli scorsi anni, aveva parlato anche il pentito Massimo Di Stefano, elemento di primo piano del clan Giampà, e che con Andrea Mantella e Francesco Scrugli aveva condiviso un periodo di comune detenzione a Catanzaro nel carcere di Siano dove i due vibonesi erano stati rinchiusi a seguito dell’omicidio e del ferimento di due persone di Vibo Valentia (i Manco), titolari di un maneggio nei pressi del Castello e che avevano custodito dei cavalli per conto di Mantella e Scrugli. Massimo Di Stefano ha spiegato molti particolari dei legami di Mantella e Scrugli con il clan Lo Bianco-Barba, ma ha accennato anche ad un episodio mai del tutto chiarito: una sparatoria nei pressi del cinema Valentini di Vibo Valentia avvenuta nei primi anni ’90 fra Andrea Mantella ed un esponente di peso del clan Mancuso residente a Nicotera ma in quegli anni di “casa” a Vibo.

Anni di malavita, affari, alleanze, tradimenti ed inganni aspettano dunque di essere raccontati e scritti. Gli inquirenti prima, ed i magistrati poi, diranno quanto di “A guscia” ci può fidare.

g.b.

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