Cronaca

‘Ndrangheta: ecco chi e perchè a Vibo teme il pentimento di Andrea Mantella

Il 44enne vibonese sta da qualche mese “vuotando il sacco” raccontando oltre 20 anni di carriera criminale. Omicidi, droga, usura, controllo degli appalti e legami con insospettabili

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Se le dichiarazioni di Andrea Mantella siano genuine e veritiere lo stabiliranno gli inquirenti e poi i giudici con le sentenze e gli altri provevdimenti. Vero è che l’avvio della collaborazione con la giustizia da parte del 44enne di Vibo Valentia non sta facendo dormire sonni tranquilli a molti in città e provincia. Ma anche nel Lametino, nel Cosentino e nel Reggino. La caratura criminale del personaggio è infatti fuori discussione e in molti iniziano a preoccuparsi per le sue dichiarazioni. Iniziamo dalla città di Vibo Valentia.

L’omicidio nei pressi del Castello di Vibo. Era il 30 novembre del 1992 quando in un maneggio nei pressi del castello di Vibo Valentia avveniva un omicidio ed un tentato omicidio. Per quel fatto di sangue l’allora 20enne Andrea Mantella, unitamente a Francesco Scrugli, si diede alla latitanza. I due si costituirono il 17 aprile 1993. I titolari del maneggio nel restituire un cavallo a Mantella e Scrugli avevano chiesto loro dei soldi per il periodo di custodia. Ne era nata una sparatoria che aveva lasciato sul “campo” un morto ed un ferito. In primo grado Mantella e Scrugli avevano riportato una condanna a 14 anni di reclusione. Il 19 maggio del 1995 la pena gli è stata ridotta a 12 anni a testa dalla Corte d’Appello di Catanzaro.

Il controllo degli appalti a Vibo. Negli anni Andrea Mantella, al pari con il futuro cognato Francesco Scrugli, ha quindi via via assunto un ruolo di primo piano all’interno del clan di Vibo Valentia guidato da Carmelo Lo Bianco (cl.’32), detto “Piccinni”, deceduto da qualche anno. Secondo le risultanze investigative dell’operazione “Nuova Alba”, scattata nel 2007, e di quella precedente denominata “Asterix” del 2004 sarebbe stato proprio Andrea Mantella, all’epoca “fattivo collaboratore di Carmelo Lo Bianco cl.’32 e del figlio Paolino” ad assumere l’incarico – conferitogli da alcuni elementi della “famiglia” Franzè di Vibo con cui Mantella è stretto parente – di riappacificare le due costole del clan Lo Bianco: quella capeggiata da Carmelo Lo Bianco (“Piccinni”) e quella capeggiata dall’omonimo cugino Carmelo Lo Bianco (cl. ’45), detto “Sicarro”. Quindi la gestione del mercato della droga a Vibo da parte di Andrea Mantella che si sarebbe rifornito anche a Lamezia Terme vantando legami di parentela con elementi di spicco della “famiglia” Giampà.

Carmelo Lo Bianco (cl. ’32)

Poi usura ed estorsioni con la richiesta di “mazzette” a suon di ordigni esplosivi piazzati a Vibo Valentia anche nei confronti di imprenditori commerciali già “protetti” dal clan Mancuso di Limbadi. Sempre secondo le risultanze investigative dell’operazione “Nuova Alba”, dal 2005 in poi nella città di Vibo Valentia si sarebbero creati due gruppi contrapposti per la gestione dei lavori edilizi: da una parte Andrea Mantella e da una parte Paolo Lo Bianco (figlio di Carmelo Lo Bianco del ’32), con i costruttori facenti capo alle due fazioni che, anche attraverso legami con alcuni uffici comunali, sarebbero venuti negli anni a conoscenza di tutte le richieste di concessioni edilizie prodotte, indicate poi ai loro rispettivi maggiorenti mafiosi che avrebbero provveduto a loro volta ad “avvicinare” gli interessati per acquisire così i lavori. Quanto basta per far tremare ora più di qualche “colletto bianco” venuto negli anni a “contatto” con Andrea Mantella e con il clan Lo Bianco di cui “A Guscia” conosce fatti e misfatti. (g.b.)

‘Ndrangheta: Andrea Mantella collabora con la giustizia. Trasferito a Rebibbia