Cronaca

‘Ndrangheta: Cassazione conferma per Giovanni Mancuso divieto a ricevere visite

boss-giovanni-mancuso.jpg

La sesta sezione penale della Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di Giovanni Mancuso, 75 anni, di Limbadi, avverso l'ordinanza con la quale il Tribunale della Libertà di Catanzaro il 10 marzo scorso ha rigettato l'appello contro il provvedimento del Tribunale di Vibo Valentia con il quale è stata respinta l'istanza difensiva  volta ad ottenere l'autorizzazione per Mancuso - ristretto ai "domiciliari" - a ricevere una serie di parenti.

BOSS-GIOVANNI-MANCUSO

Secondo la difesa di Mancuso, anche il soggetto sottoposto agli arresti domiciliari avrebbe il diritto a ricevere le visite dei propri familiari, almeno nel numero di visite indicate dalla normativa in materia penitenziaria, senza necessità alcuna di reiterare, di volta in volta, istanze del medesimo tenore. Le limitazione al detenuto sottoposto agli arresti domiciliari, ad avviso della difesa, devono poi costituire oggetto di specifica motivazione da parte del giudice sotto il profilo della sussistenza di specifiche esigenze processuali.


Corte di Cassazione

Per la Suprema Corte, le doglianze di Giovanni Mancuso si collocano al di fuori dell'area della deducibilità del giudizio di Cassazione, ricadendo sul terreno del merito. Le determinazioni adottate dal Tribunale di Vibo e poi dal tribunale della Libertà sono perciò insindacabili ove supportate da una motivazione esente da vizi logico-giuridici. Nel caso di specie la decisione del tribunale di Vibo e poi del Tdl viene giudicata dalla Cassazione come "precisa e fondata su specifiche risultanze processuali, del tutto idonea ad illustrare l'itinerario concettuale esperito dal giudice di merito".


Oltre a ciò, la Cassazione sottolinea che "nessuna norma prevede l'impugnabilità dei provvedimenti in materia di permessi di colloquio, ragion percui l'appello proposto al Tribunale del Riesame era inammissibile". Alla luce di ciò, Giovanni Mancuso - che attualmente si trova detenuto agli arresti domiciliari in quanto imputato nel processo nato dall'operazione "Black money" contro il clan Mancuso - è stato condannato al pagamento delle spese processuali  ed alla somma di 1.500 euro in favore della Cassa delle ammende. (red 2)

Ndrangheta: resta in carcere il boss di Limbadi e Nicotera Antonio Mancuso

Più informazioni