Cronaca

‘Ndrangheta: processo a Vibo ad “armiere” clan Mancuso, in aula 4 testi

E’ toccato stamane a quattro componenti del nucleo familiare Signoretta di Nao di Jonadi deporre in aula quali testi chiamati dal pm della Dda di Catanzaro, Camillo Falvo, nel processo che vede sul banco degli imputati Domenic Signoretta, 31 anni, di Jonadi, ritenuto l’armiere dell’articolazione del clan Mancuso che fa capo a Pantaleone Mancuso, detto“l’Ingegnere”, il boss estradato dall’Argentina dopo essere stato catturato lo scorso anno in Sud America dove si era reso latitante.

Domenic Signoretta

I testi in aula. In particolare, sono stati escussi i fratelli Antonino e Domenico Signoretta, cugini dell’imputato, Antonino Signoretta (padre di Domenic) e Manuel Signoretta (fratello di Domenic). L’esame si è incentrato sui locali – un fabbricato rurale ed un ovile nelle campagne di Jonadi – in cui  il 26 marzo 2015 i carabinieri del Ros di Catanzaro trovarono un vero e proprio arsenale di armi da guerra. I testi hanno ricostruito in particolare la giornata del ritrovamento delle armi (deposizione di Manuel Signoretta e Antonino Signoretta) e la proprietà del fabbricato e dei terreni.

Le armi. Fra le armi rinvenute, un fucile a pompa calibro 12 con matricola abrasa, una mitragliatrice e sette pistole di vario calibro e marca, più mille munizioni. L’aggravante dell’agevolazione del clan mafioso dei Mancuso nasce dalle dichiarazioni di Arcangelo Furfaro, nuovo collaboratore di giustizia di Gioia Tauro vicino alla cosca Molè che ha ricostruito il ruolo di Signoretta quale “braccio-destro del boss Pantaleone Mancuso”. Il controesame dei testi è stato svolto dall’avvocato Francesco Sabatino. Si tornerà in aula il 10 febbraio per l’escussione in video-conferenza dei collaboratori di giustizia Arcangelo Furfaro e Raffaele Moscato.  (g.b.)

Omicidio Campisi: le dichiarazioni di Furfaro contro Signoretta (LEGGI QUI)

Il ruolo di Signoretta e del boss Mancuso nelle rivelazioni inedite di Furfaro (LEGGI QUI)

 

Più informazioni