Politica

‘Ndrangheta fuori dagli appalti, Vazzano non firma il protocollo: è polemica

Il gruppo consiliare “Vazzano bene comune” stigmatizza la  scelta e chiede che il caso sia discusso in Consiglio comunale

È polemica sul Protocollo di legalità firmato nei giorni scorsi in Prefettura per la prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata nel settore degli appalti pubblici e delle concessioni di lavori pubblici, per la prevenzione dei fenomeni di corruzione e per l’attuazione della trasparenza amministrativa. Una polemica che arriva da Vazzano, dove la minoranza del gruppo consiliare “Vazzano bene comune” stigmatizza l’assenza dei propri amministratori alla stipula e per questo chiedono che del caso se ne discuta in Consiglio comunale.

Legalità? Un attacco senza se e senza ma quello dell’opposizione che spiega di non essere “meravigliato” dalla mancata adesione al Protocollo da parte del Comune di Vazzano, “non avendo mai sentito da parte dell’attuale Amministrazione la parola legalità”. Insomma, Vazzano Bene Comune punta il dito contro “questa scellerata decisione da parte dell’Amministrazione comunale sul cui operato in materia di appalti abbiamo già avuto modo di rilevare molte “incongruenze” per usare un eufemismo. Con il protocollo – spiegano – si intendeva promuovere il pieno rispetto della legalità nei contratti pubblici, sviluppando, in aggiunta agli standard previsti dalla normativa, ulteriori forme di controllo e vigilanza, nonché ulteriore trasparenza. Tutto ciò per salvaguardare la realizzazione di opere e la prestazione di servizi di interesse pubblico da ogni tentativo di infiltrazione da parte di gruppi legati alla criminalità organizzata in grado di condizionare le attività economiche e finanziarie, direttamente o tramite società controllate”.

Il protocollo. In tal senso, sottolineano l’importanza della sinergia tra Enti e Prefettura nel contrasto alle infiltrazioni mafiose “intensificando i controlli mirati a prevenire o reprimere questi fenomeni; d’altra parte il Comune, anche in attuazione del proprio Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione, avrebbe dovuto – incalzano – collaborare con gli organi statali per garantire piena trasparenza nelle proprie procedure di appalto, selezionare operatori economici corretti ed onesti e contribuire a creare nella città un clima di relazioni economiche e sociali ordinato e improntato alla legalità.Comune e Prefettura avrebbero potuto inoltre collaborare con gli enti e le istituzioni preposte al fine di garantire la regolarità dei cantieri e il rispetto della normativa in materia di lavoro e sicurezza dei lavoratori, considerato che uno dei versanti di azione della criminalità è proprio quello che opera attraverso forme illegali nel mercato del lavoro e nei subcontratti. Orbene – concludono – il Comune di Vazzano non ha voluto obbligarsi a questi virtuosi comportamenti sottoscrivendo la stipula del protocollo per delle ragioni che non conosciamo e per le quali abbiamo chiesto al Consiglio comunale di pronunciarsi in materia e conoscere la posizione dell’Amministrazione comunale al riguardo che ad oggi ci appare inspiegabile”.

L’adesione. In tutto sono stati 40 i Comuni ad aderire e firmare il Protocollo voluto dal prefetto Guido Longo che ha, comunque, spiegato nell’occasione che molti Enti presto aderiranno e se non l’hanno ancora fatto è stato per disguidi tecnici. In questa direzione, non si sa, dunque, se anche per Vazzano si tratti solo di questo e quindi di un piccolo ritardo.

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