Cronaca

Scandalo all’Asp di Catanzaro, gli indagati: “Coprite le carte, stanno andando in Procura”

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Il meccanismo escogitato ad arte per “costruire” obiettivi mai raggiunti per intascare soldi non dovuti e il modo  per evitare controlli e attività investigative 

di GABRIELLA PASSARIELLO

Dirigenti, impiegati e collaboratori intascavano i soldi del progetto StopandGo in assenza di qualsiasi attività lavorativa. Si spartivano i fondi pubblici per scopi personali, senza che il direttore generale dell’Asp Giuseppe Perri ne sapesse nulla. Nelle intercettazioni, Giuseppe Romano responsabile del progetto e Ieso Rocca, utilizzano il termine “mangiare” e si preoccupano del fatto che se a mangiare sono in tanti, la fetta della torta per loro si riduce. “Noi siamo gli unici che facciamo mangiare tutti”, riferisce Romano a Rocca, entrambi consapevoli però che “è necessario predisporre le schede di presenza”, per far figurare artatamente le ore lavorative svolte. E  la soluzione su come dare una parvenza di congruità alle somme liquidate la trova proprio Romano: “dobbiamo fare gli obiettivi… pure tu che hai lavorato un’ora e hai raggiunto l’obiettivo, ti toccano 5mila euro”. E c’è chi come il direttore amministrativo Giuseppe Pugliese si preoccupa di “coprire” le illegalità commesse, invitando Francesco Francavilla, dirigente della Gestione risorse economiche e finanziarie “a sistemare le carte per aggiustare la situazione”. Pugliese, si rende conto della gravità della situazione derivante dal fatto che, a fronte delle cospicue elargizioni di denaro assegnate in busta paga a diverse persone dell’Asp rientranti a vario titolo nella realizzazione del progetto comunitario, non vi sia poi alcuna realizzazione concreta di obiettivi riferiti al progetto e decide di “giocare” un doppio ruolo. Da un lato si dimostra uomo di fiducia del direttore generale dell’Asp Giuseppe Perri, cofirmando persino il decreto di sospensione legato al progetto e dall’altro sprona Francavilla, “a sistemare le carte” per nascondere le palesi illegalità prima ancora che i dirigenti denuncino i fatti.

Le intercettazioni inequivoche.  Pugliese:Ti giuro su mio padre che l’ho dovuto fermare che stava andando alla Procura, ha visto quelle cose (Perri ndr) e ha detto chi ha autorizzato queste cose? Nessuno. Se uno prende queste carte e le manda ai giornali, andiamo a finire sui giornali. Perché Romano che si prende 9mila euro in un mese non è una cosa normale no? Francavilla : “Io ti ripeto, io sapevo che c’erano questi 360mila euro. Lui mi ha detto che bisognava spenderli per rendicontarli”. Pugliese : un progetto europeo che tu gli dai 1500 euro al mese a Rocca Ieso, questi sono soldi rubati. Adesso bisogna vedere come cazzo dobbiamo aggiustare…” Pugliese riferisce ancora a Francavilla “tu sistemati le tue carte, i soldi che tu hai preso devono corrispondere a un lavoro che tu hai fatto, quindi siccome io ho chiesto di darmi le carte con tutta la rendicontazione, sistemate le carte.

Le somme intascate. Nell’ordinanza firmata dal gip Barbara Saccà su richiesta del sostituto procuratore Fabiana Rapino emerge che Giuseppe Romano, Maurizio Rocca, Ieso Rocca, Francesco Francavilla, Francesco Grillone hanno ideato e gestito l’intera condotta criminale, predisponendo il progetto e attingendo direttamente ai finanziamenti senza aver realizzato alcun obiettivo riferibile al progetto comunitario stesso. “ Se si pensa poi – scrive il giudice per le indagini preliminari- che a fronte degli irrilevanti contributi confluiti nel progetto (se così si può ritenere dei viaggi a Roma, a Barcellona o a Bruxelles per partecipare a riunioni con gli altri partner o alla preparazione di alcune slide per uno degli incontri) sono state mensilmente erogate somme che, per il solo Romano, oscillavano dai 4mila ai 9mila euro (escluse quelle ottenute a titolo di finanziamento delle missioni fuori sede, con cui peraltro in un’occasione ha pagato il viaggio e la gita a Barcellona all’intera famiglia) dei migliaia di euro anche per gli altri, non può non ravvisarsi conclamato il dolo da parte di tutti i protagonisti della vicenda che o per iniziativa propria o su proposta altrui ,comunque accettata, hanno realizzato indebiti guadagni.

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