Passato al setaccio il territorio posto al confine sud della provincia di Vibo alla ricerca della verità sulla sorte dell'imprenditrice sparita nel nulla da oltre un anno
Ad oltre un anno dalla sua scomparsa, i carabinieri della Compagnia di Tropea continuano a scavare alla ricerca del corpo dell'imprenditrice, nelle campagne del territorio situato al confine tra le province di Vibo Valentia e Reggio Calabria, nel tratto compreso tra Limbadi e Rosarno.
Le ricerche. Nelle scorse ore, le ruspe sono tornate in azione nell'area posta a Sud rispetto alla località in cui la Chindamo è sparita. Del caso tornerà ad occuparsi questa sera la trasmissione Chi l'ha visto che pochi giorni prima dell'anniversario aveva intervistato i parenti della donna. Compreso il padre del marito morto suicida esattamente un anno prima della sua scomparsa. L'anziano non aveva usato giri di parole: "Non mi interessa cosa pensano - aveva ribadito il suocero, tra i primi sospettati -. L'importante è che venga fuori la verità. Avrei potuto fare qualunque cosa, tanto mio figlio non sarebbe tornato". Poi ha chiosato: "Avevo buoni rapporti con Maria. Per me era una figlia. Eppure sono stato trattato come un mafioso, un delinquente, mentre sono innocente".
La verità nascosta. Le indagini che sino ad oggi non hanno portato alla svolta del caso proseguono senza soluzione di continuità nel tentativo di venire a capo di una vicenda fatta di intrighi, di vendette sospettate ma mai accertate, di tanto dolore e di una rabbia immensa. Quella dei figli privati della propria madre.
L'inchiesta. Da un anno ormai l'inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore di Vibo Valentia Concettina Iannazzo, va avanti. I fari restano accesi. E la convinzione è sempre la stessa: che il corpo di Maria non sia molto lontano da quel cancello, all'ingresso della tenuta agricola di Limbadi, dove è stata rinvenuta la sua automobile.
La scomparsa di Maria Chindamo, un anno dopo resta il mistero. Ancora nessun indagato
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