Cronaca

Gli affari di Leonardo Sacco, il business dei migranti e quella foto con il ministro Alfano

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Il governatore dell'ente che gestisce il centro di accoglienza di Isola Capo Rizzuto e  presidente della squadra locale (neo promossa in Serie D) sarebbe il "volto pulito" del clan Arena

di MIMMO FAMULARO

Un’emergenza trasformata in un business. E’ quanto è riuscito a fare Leonardo Sacco, uno dei principali indagati dell’inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. Il business in questione è quello dei migranti, capace di fruttare milioni e milioni di euro.

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Il volto pulito del clan. Secondo le indagini condotte dai carabinieri del Ros, la potente cosca degli Arena si era affidata a Leonardo Sacco, già vice presidente nazionale delle Misericordie, per garantirsi la gestione del Cara di Isola Capo Rizzuto, un vecchio hangar militare trasformato nella più grande struttura d’accoglienza d’Europa, con i suoi cinque ettari di superficie in grado di ospitare 1500 migranti. Per gli inquirenti Sacco sarebbe il volto pulito del clan che aveva messo le mani anche sul centro d’accoglienza di Lampedusa gestendo diversi servizi attraverso imprese appositamente costituite e riconducibili alle cosche della 'ndrangheta crotonese operanti sul territorio.

Amicizie trasversali. L’operazione, denominata Jonny, prende il nome da un maresciallo del Ros che ha seguito l’indagine e che è morto proprio qualche settimana fa a causa di un male incurabile. Quella di Sacco si è rivelata fin da subito una scalata straordinaria che ha attirato le attenzioni degli inquirenti e che oggi mette in imbarazzo politici, prefetti, ministri e sottosegretari. Il governatore della "Fraternita di Misericordia" vanta infatti amicizie importanti e trasversali, a destra e a sinistra. Negli ultimi dieci anni, ha sfruttato il suo ruolo di imprenditore di successo per tessere rapporti istituzionali e incontrare personalità politiche d’alto livello. Sempre in prima fila nei convegni sulla legalità e la lotta alla ‘ndrangheta, Sacco  è stato anche consigliere d’amministrazione dell’Aeroporto Sant’Anna di Crotone ed è ancora presidente della squadra di calcio di Isola Capo Rizzuto che milita in Eccellenza e che proprio nelle scorse settimane è stata promossa in Serie D.

Quella foto con il ministro. Nonostante le ombre e i sospetti sollevati già nel 2007 da  alcuni rapporti investigativi del Ros dei carabinieri che ne indicavano la vicinanza al clan Arena di Isola Capo Rizzuto, Leonardo Sacco è riuscito a costruire una rete di rapporti diplomatici con le istituzioni che si occupano dell’emergenza immigrazione. Storica una foto scattata nel febbraio di tre anni fa alla convention dei vertici calabresi del partito del Nuovo centrodestra convocata a Cosenza. L’immagine lo ritrae in posa con il ministro Angelino Alfano, all’epoca numero uno del Viminale. Il ministero con competenza diretta nell’emergenza sbarchi. In questa foto pubblicata dall'Espresso Leonardo Sacco è al centro, tra il ministro Angelino Alfano e Antonio Poerio, che fino al 2011 si è occupato del catering per gli ospiti del centro di accoglienza crotonese. Fino a quando la Prefettura non gli ha revocato la certificazione antimafia.

L'intercettazione. Della foto pubblicata sull'Espresso si parla anche nelle pagine del decreto di fermo. La Direzione distrettuale antimafia ha infatti intercettato un dialogo avvenuto dopo la pubblicazione dell'immagine oggi tornata d'attualità. Nello studio sono presenti proprio Antonio Poerio, l'imprenditore fotografato a Cosenza con Alfano e Sacco, Francesco Cantore e Fernando Poerio, cugino e socio di Antonio. Sia Antonio che Fernando Poerio, oltre a Cantore, risultano tra le persone fermate e i riferimenti dell'intercettazione sono proprio a quella foto oltrechè alle elezioni che si sarebbero dovuto svolgere nei mesi successivi. Gli intercettati manifestano incredulità per lo scandalo destato. "Ad Alfano lo vogliono proprio buttare a terra...", dice Poerio, che aggiunge: "Ma vedi che non è che teniamo la fotografia con Toto' Riina..". A Poerio è stata notificata una interdittiva antimafia che lo ha escluso dall'appalto del centro di accoglienza: "Noi a quella cosa, a quella cena - dice - che siamo andati, prima di andare, dieci giorni prima abbiamo mandato i nostri documenti...la loro..il loro ufficio accertano chi sono io, chi e' quello, quello e quell'altro...". E Fernando Poerio rassicura: "Evidentemente non c'era niente...". Antonio Poerio: "E hanno visto che io ero buono...che...ma non lo vedi che lui neanche replica? Il Ministro..che c... gliene frega a lui?!". Da quanto si evince quindi dall'intercettazione, lo staff dell'organizzazione della cena avrebbe verificato in anticipo le presenze, comprese quelle di Antonio Poerio e di Leonardo Sacco, ora finiti in carcere per i legami con la potente cosca Arena.

I NOMI DEI 68 FERMATI E DEI 16 INDAGATI (clicca qui)

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Il Cara di Isola Capo Rizzuto. Istituito nel giugno del 1999, il Cara di Sant'Anna di Isola Capo Rizzuto, acronimo di centro per richiedenti asilo sorge di fronte all'aeroporto di Crotone ed ha ospitato fino al 2015 anche un centro di identificazione ed espulsione, poi chiuso in seguito ad una rivolta. Si appresta a diventare uno degli Hub per migranti che il ministero dell'Interno ha individuato in ogni Regione d'Italia.
Gestito direttamente dalla Prefettura, nel 2012 i servizi interni al Cara di Sant'Anna sono stati affidati, tramite gara d'appalto, alla confederazione nazionale delle Misericordie d'Italia che ha partecipato attraverso la Misericordia di Isola Capo Rizzuto della quale è governatore Leonardo Sacco. Nel 2016 la Prefettura ha bandito la nuova gara che è stata vinta da un'Ati costituita dalla Miser Icr e altre imprese locali. Il bando vale 16 milioni di euro all'anno. All'interno del Cara lavorano circa 150 operatori. 

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