Cronaca

‘Ndrangheta, chiuse le indagini per le “nuove leve” del clan Giampà di Lamezia

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Nel giro di tre mesi la Dda di Catanzaro ha chiuso il cerchio a carico di 18 indagati coinvolti nel blitz Antimafia che a febbraio portò la Mobile a notificare dodici misure cautelari

di GABRIELLA PASSARIELLO

Dal racket delle estorsioni tentate e consumate ai danni di esercizi commerciali e di imprenditori operanti nella città di Lamezia Terme, agli atti intimidatori compiuti con bottiglie incendiarie nei pressi di attività commerciali, ai danneggiamenti con ordigni esplosivi. Usando il nome dei Giampà per incutere terrore. Il sostituto procuratore della Dda di Catanzaro Elio Romano nel giro di soli tre mesi ha chiuso il cerchio a carico di diciotto indagati coinvolti nell’ambito dell’operazione Antimafia “Nuove leve”. Nell’avviso di conclusione delle indagini non compaiono i nomi di Giovanni Cristiano, 39 anni e Francesco Cerra, 28 anni detto “maniscalco”, presenti invece in qualità di indagati a piede libero nell’ordinanza firmata dal gip Assunta Maiore, che all’alba del 24 febbraio scorso, ha portato la Squadra mobile di Catanzaro a notificare 12 misure cautelari di cui dieci in carcere e due ai domiciliari. Secondo le ipotesi di accusa gli indagati avevano costituito nuove leve per rinsaldare le fila della cosca Giampà con lo scopo di continuare le attività estorsive per conto dei capi cosca sottoposti a regime detentivo in seguito alle diverse operazioni di Polizia condotte in questi ultimi anni.

Il ruolo dei collaboratori di giustizia. Un blitz che ha svelato ulteriori dettagli nei rapporti  tra i Giampà e le altre cosche di ‘ndrangheta calabresi, grazie alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia che hanno consentito ad inquirenti ed investigatori di fare quadrato sulle nuove leve assunte al servizio della cosca Giampà e di comprendere meglio quali fossero i legami con altre cosche presenti nel territorio calabrese, come il clan o i Piromalli, rapporti già comunque delineati in maniera capillare nel blitz “Andromeda”.


Le nuove leve e le cosche amiche. Il pentito Umberto Egidio Muraca diventato collaboratore di giustizia  il 23 ottobre 2012, dopo il suo arresto nell’ambito della prima tranche dell’operazione Andromeda ha spiegato, tra le altre cose, la sua appartenenza ad un clan di ‘ndrangheta diverso da quello dei Giampà. Nel corso di un interrogatorio da lui stesso richiesto ha dichiarato: “Non sono affiliato a nessuna cosca, anche perché provengo da una famiglia di ‘ndrangheta per conto di mio nonno e di mio padre; mio nonno è stato ucciso in un agguato di mafia, insieme a mia nonna, perché non voleva che a Nicastro fosse inserita l’eroina a livello di spaccio. Mio nonno aveva la dote di “Padrino” ed era soprannominato “U Materazzaru”; mio nonno aveva un gruppo di ‘ndrangheta, aveva collegamenti con i Piromalli. Ha battezzato Raffaele Cutolo presso un’abitazione del quartiere Trempa, ha fondato la Sacra corona unita con Umberto Bellocco e qualche altro che ancora non ricordo, aveva collegamenti con u zu Antonio Macrì di Reggio Calabria e con gli Arcieri coi i quali aveva un ottimo rapporto”. Il collaboratore di giustizia Domenico Giampà ha riferito parlando di Francesca Allegro, moglie di Domenico Chirico, detto “ U Battero”, di aver appreso proprio da quest’ultimo come lei fosse portavoce del marito in varie estorsioni che venivano gestite da “U Battero”, anche tramite un suo parente soprannominato “Ranise” coinvolto nell’operazione che ha riguardato, un altro pregiudicato Vibonese, Mantella nel 2012. In particolare si faceva riferimento ad una grossa catena di casalinghi, estesa in tutta la Calabria. Allegro si occupava, su indicazione del marito della raccolta dei proventi estorsivi necessari per sostenere i detenuti della cosca. Il collaboratore Catroppa ha poi riferito di un altro episodio in cui Domenico Giampà strinse un accordo con Pantaleone Mancuso, in base al quale una volta uscito dal carcere Saverio Giampà, gli avrebbe dato in gestione un punto vendita della stessa catena di casalinghi, ubicata a Lamezia Terme, proprio perchè Mancuso avrebbe potuto gestire questa attività commerciale nella zona di Vibo Valentia tramite i suoi prestanomi.

I nomi.

Eugenio Giampà, 28 anni

Roberto Castaldo, 27 anni

Pasquale Mercuri, 28 anni

Gregorio Scalise, 25 anni

Giuseppe Paone, 23 anni

Francesca Allegro, 32 anni

Francesco Morello, 32 anni

Marco Francesco De Vito, 42 anni

Danilo Cappello, 29 anni, detto Kirbi

Vincenzo Giampà, 49 anni, detto il “Camacio”

Vincenzo Vigliaturo, 26 anni

Andrea Mancuso, 25 anni

Vincenzo Bonaddio, 68 anni, detto “ca-ca”

Francesco Renda, 32 anni

Michele Muraca,51 anni

Maria Muraca, 27 anni

Claudio Paola, 31,alias “trachino”

Francesco Morello, 32 anni

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