Economia & Società

Masterplan per il Sud, occasione reale o mera propaganda?

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Il Governo a fine 2015 ha lanciato il Masterplan per il Mezzogiorno, un metodo di concertazione tra regioni del Sud ed esecutivo per una gestione più efficiente dei fondi comunitari.

Vibo Valentia ha ospitato il dibattito attorno alle potenzialità del Masterplan, quale strumento di possibile rilancio socioeconomico per il Mezzogiorno. L’intervento introduttivo è stato di Giuseppe Soriero, del comitato di presidenza della Svimez, l’associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno. Soriero ha tratteggiato la sconfortante situazione nella quale versa l’economia meridionale, evidenziando, a partire dal 2007, il significativo peggioramento di tutti i principali parametri macroeconomici.

L’analisi economica. A seguire Alessandro De Salvo, dell’associazione di divulgazione economica Rete MMT, ha sottolineato che, in base ai più recenti dati Istat, il tasso di occupazione della popolazione calabrese in età compresa tra i 15 e i 64 anni è appena al 38%. De Salvo ha quindi precisato che la gravità della situazione macroeconomica della Calabria e, più in generale, di tutto il Sud, richiede un intervento ben più sostanzioso delle decine di miliardi che il Governo stima siano disponibili per il Mezzogiorno da ora fino al 2023, il tutto sommando le risorse dei fondi strutturali, di cofinanziamento regionale e del fondo di sviluppo e coesione. Il punto, ha proseguito De Salvo, non è spendere le risorse a disposizione se comunque le stesse sono insufficienti a ripristinare nel sistema economico le indispensabili condizioni di liquidità per poter tornare a generare sviluppo.

Quella politica. Il parlamentare Alfredo D’Attorre ha rincarato la dose, affermando che la ripresa del Mezzogiorno è incompatibile con il mantenimento dei vincoli europei che impediscono l’attuazione di una politica industriale per il Sud che necessita, senza dubbio, di un urgente intervento pubblico, al momento impedito dai vincoli di Bruxelles. D’Attorre ha invitato i presenti a temere le riforme strutturali attuate per compiacere, peraltro inutilmente, l’Europa, perché, pur proclamate come benefiche per il Paese, si concretizzano, tra l’altro, nella precarizzazione del lavoro e nei tagli al Welfare, come dimostrano il Jobs act e i 4 miliardi di tagli alla sanità previsti nella legge di stabilità. L’ultima sferzata all’Europa il parlamentare l’ha riservata sul tema dei fondi comunitari ammonendo che l’Italia versa all’Europa più soldi di quanti ne riceva, quindi, a questo punto, sarebbe meglio avere più autonomia di spesa per destinarla, ad esempio, al Sud. Presente all’incontro il consigliere regionale Michelangelo Mirabello il quale, pur riconoscendo l’esiguità delle misure a disposizione, ha posto l’attenzione sul fatto di impiegarle al meglio, concentrandole su alcuni strategici interventi infrastrutturali.

Il ruolo degli industriali. Particolarmente apprezzato l’intervento del presidente dei giovani confindustriali del Sud Italia, Mario Romano, il quale ha affermato che gli imprenditori sono pronti a fare la loro parte raccogliendo le sfide che il mercato impone puntando sull’innovazione e la cooperazione. Non è mancato il saluto dell’onorevole Bruno Censore che ha sottolineato l’imparzialità e l’importanza delle analisi della Svimez.

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