Da 0-2 a 3-2 contro Bolzano nella finale playoff: l’ex tecnico giallorosso Daniele Ricci rivive le emozioni vissute nel vecchio palazzetto dello sport di viale della Pace
di MIMMO FAMULARO
C’è una data impressa nella storia della pallavolo e di quella della Tonno Callipo: giovedì 13 maggio 2004. Quella notte nel vecchio e vetusto palazzetto dello sport di viale della Pace cadeva un muro e si realizzava un sogno. Per la prima volta un club calabrese approdava in Serie A1 che, almeno a quei tempi, era il principale campionato del volley mondiale. Un miracolo sportivo realizzato nel cuore della provincia più povera d’Italia e della Calabria.
Quella notte il vecchio Palapace debordava di tifosi. Più di duemila in una struttura che a malapena poteva contenerne 1500. “A dodici anni di distanza – dice Ricci – sono orgoglioso di essere stato l’allenatore di quella squadra e felice di aver trasmesso tutta quella gioia ad un pubblico di tifosi sempre calorosi e già allora molto competenti”.
L’inizio di un ciclo. Quella notte si apriva un ciclo con la Tonno Callipo destinata a vincere e a stupire anche in Serie A1. “Costruimmo in maniera oculata – ricorda Ricci – una squadra composta da giocatori che a Vibo non sono certamente giunti per svernare: Rosalba, Sottile, Priddy, Pampel. Tutta gente motivata che proseguirono la favola e regalarono nuove esaltanti vittorie con la finale di Coppa Italia e i playoff”.
Dal passato al presente. Il tecnico ravennate fa il tifo per la Tonno Callipo che spera di rivedere nuovamente nel massimo campionato italiano di pallavolo. “E’ una squadra costruita – spiega – piuttosto bene con un regista, Pinelli, che è stato un mio carissimo giocatore ai tempi di Segrate. Avrei voluto portarlo con me a Corigliano lo scorso anno, ma le nostre strade non si incrociarono e alla fine andò a Matera da Vincenzo Mastrangelo”. Dodici anni dopo, un’altra Callipo prova a riscrivere la storia della pallavolo calabrese. Per Daniele Ricci tutto ciò ha un nome ed un cognome, Pippo Callipo. “Credo che l’intero movimento, italiano e calabrese, debba ringraziare quest’imprenditore che da anni fa sacrifici e mette energie preziose a disposizione del volley. Per me Callipo sta alla Calabria come Benetton a Treviso e la Lube a Macerata”.
(Foto di Giuseppe Pipita)