Il dottore Federico Lorelli spiega l’utilizzo di una procedura eseguita in tutto il mondo su milioni di persone per limitare il fenomeno
E’ un fenomeno molto diffuso che interessa adulti e bambini, di ogni ceto sociale e tipo. Si stima infatti che in Italia a soffrirne, in misura diversa, sia oltre l’80 per cento della popolazione. Per sei persone su dieci, secondo uno studio riportato dalla rubrica Salute di Repubblica.it (http://www.repubblica.it/salute/2013/10/01/news/paura_del_dentista_per_6_persone_su_10_contro_l_odontofobia_si_corre_ai_ripari-67651639/), il solo accomodarsi sulla fatidica seduta rappresenta motivo d’ansia, che per alcuni (una persona su dieci) si traduce in timore vero e proprio. Tanto che qualcuno (uno ogni quattro) arriva persino a privarsi delle cure del caso. Adulti o bambini, giovani e meno giovani, non c’è fascia sociale esentata dal fenomeno della cosiddetta “paura del dentista”, che, se superata, può contribuire a migliorare nei soggetti refrattari alle cure odontoiatriche relazioni sociali e autostima. La medicina, oggi, va in contro al paziente, fornendo anche all’odontoiatra strumenti adeguati per superare l’ansia, lo stress e la “paura del dentista”. Tecnologie moderne capaci di migliorare l’approccio col paziente.
Il fenomeno può interessare anche i pazienti più piccoli. “Talvolta convincere i bambini a sottoporsi alle cure dentistiche può risultare problematico. Di conseguenza, per l’odontoiatra può diventare difficile trattare il piccolo paziente. Ma l’obiettivo che ci si prefigge in questi casi è aiutarlo ad eliminare un eventuale trauma emotivo e superare lo stress avvertito per la visita dentistica”. Il dottore Federico Lorelli spiega a Zoom24 come il fenomeno della cosiddetta “paura del dentista” possa essere superato – “nei casi valutati esclusivamente da personale esperto” – “anche attraverso l’impiego dell’analgesia sedativa cosciente”.
La tecnica. “Un aiuto – chiarisce – per far vivere al paziente, adulto o bambino, un’esperienza senza ansia o stress. Il paziente rimane infatti seduto in poltrona, mentre gli viene somministrata una sorta di ‘aria felice’ attraverso una mascherina profumata appoggiata sul naso. Si arriva così – prosegue Lorelli – alla fine del trattamento, restando comunque sveglio e presente”. Ma cos’è nello specifico l’analgesia sedativa cosciente? “E’ – spiega Lorelli – un trattamento impiegato per rilassare, che agisce sulle componenti emotive ‘responsabili’ dell’ansia e della paura. L’analgesia sedativa si ottiene respirando una miscela composta da ossigeno e protossido di azoto, erogata mediante l’impiego di una apparecchiatura speciale. Il protossido di azoto agisce eliminando ansia e nervosismo: desensibilizza le mucose orali, innalza la soglia del dolore, potenzia l’effetto dell’anestetico, induce una sensazione di piacevole benessere”. “Questa tecnica – spiega ancora Lorelli – può portare beneficio, ovviamente ogni caso deve essere attentamente valutato dal dottore di riferimento insieme al paziente, ma può essere usata nei più disparati interventi: negli interventi più cruenti ed invasivi (estrazioni, implantologia, etc.), nell’anestesia locale (elimina il dolore dell’ago), nella presa delle impronte (elimina il riflesso del vomito), nell’igiene orale, nel courettage o scaling (può essere eseguito senza anestesia locale)”.