Le sue opere sono state soprattutto dedicate al periodo che va dagli anni Trenta agli anni Sessana. Stagioni che lo scrittore, originario di Paravati, ha saputo raccontare con il suo stile mai scontato, mai rituale, ma sempre in cerca del senso vero delle cose
di VINCENZO VARONE
Vincenzo Colloca, scrittore e pittore, originario di Mileto e da anni trapiantato in provincia di Perugia. ci ha lasciati. Aveva 88 anni e si portava dietro, nonostante gli acciacchi, la gioia di vivere e l’entusiasmo nel cuore. Di lui ci rimane impressa nella memoria l’ultima telefonata di un paio di settimane fa, carica come sempre di affetto e di nostalgia per la sua Paravati, che ha rappresentato uno dei grandi amori della sua vita e alla quale ha dedicato pagine memorabili e ritratto con la sua penna personaggi e luoghi. Un patrimonio da custodire e da far conoscere soprattutto alle nuove generazioni.
Una scrittura “viaggiatrice” dell’universo, fatta di fiati, di uomini in corsa, di destini che si incrociano, di strade polverose, di eroi silenziosi, di amicizie nobili di case povere ma dignitose. Un susseguirsi di ritratti, di immagini e di figure che la penna di Vincenzo Colloca è riuscita a trasmetterci – come nelle opere “Racconti al Braciere” e “Gente Mia” – con lo stesso impeto del Verga e con lo stesso spirito attento e riflessivo di Mario La Cava, ma con l’originalità di una scrittura che appartiene in larga parte al vissuto dell’autore, romanziere e cronista nello stesso tempo, ma anche testimone attento di un’epoca fatta di abbandoni, di rinascite e di profonde trasformazioni.
L’ultimo libro Colloca qualche tempo fa lo ha dedicato alla sua Eveline” la sua dolcissima compagna di origini olandesi, scomparsa da qualche anno . Vincenzo ci teneva tantissimo a presentarlo nella sua Paravati. Non abbiamo fatto in tempo. Ci mancherà Vincenzo Colloca. Ci mancheranno le sue visite estive, i suoi racconti, la sua voce dirompente e chiara, il suo ottimismo e la sua infinita voglia di vivere.