Cronaca

Frode e auto riciclaggio: sequestrati beni per 15 milioni di euro

Gli indagati avrebbero presentato fatture false e altra documentazione mendace per attestare falsamente il sostenimento dei costi per la realizzazione di progetti finanziati

Generico maggio 2024

I finanzieri del Comando Provinciale di Palermo hanno eseguito un’ordinanza del gip del Tribunale del capoluogo, su richiesta dell’Ufficio della Procura Europea (EPPO), che ha applicato sette misure interdittive del divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione e di esercitare attività professionali o imprenditoriali. Inoltre, è stato disposto il sequestro di cinque complessi aziendali, somme di denaro, beni mobili e immobili, nonché quote societarie per un valore totale di circa 15 milioni di euro, ritenuti il profitto di vari reati tra cui truffa aggravata, auto riciclaggio, malversazione ed emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. Le indagini del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo (Gruppo Tutela Spesa Pubblica) hanno riguardato richieste di contributi pubblici in diversi ambiti, inclusi il bando O.C.M. Vino della campagna vitivinicola 2018/2019, il Programma Operativo Fondo Europeo di Sviluppo Regionale Sicilia 2014/2020 e la misura 121 del PSR Sicilia 2007/2013 per l’ammodernamento delle aziende agricole. Si sospetta che siano stati indebitamente percepiti contributi di origine nazionale ed europea e che ci sia stata frode fiscale.

Gli indagati avrebbero presentato fatture false e altra documentazione mendace per attestare falsamente il sostenimento dei costi per la realizzazione di progetti finanziati. Le indagini hanno rivelato l’emissione di fatture false da parte di un circuito di società collegate al principale indagato, al fine di documentare il sostenimento dei costi dei progetti finanziati. Si ipotizza che le false fatturazioni siano state simulate attraverso il meccanismo di “partite di giro”, con lo scopo di ottenere indebitamente contributi pubblici e riciclare denaro. È emerso che una parte dei fondi pubblici sarebbe stata utilizzata per fini diversi da quelli per cui erano stati erogati, configurando anche reati di malversazione e autoriciclaggio.

Complessivamente, gli indagati avrebbero ottenuto indebitamente oltre 4,5 milioni di euro di contributi pubblici, di cui oltre 2 milioni di euro già erogati, e sarebbero stati impiegati anche in attività economiche e investimenti speculativi, configurando il reato di auto riciclaggio per un milione di euro.