Cultura & spettacolo

Un artista vibonese alla Biennale d’arte di Venezia 2024

Un’arte che enfatizza il classicismo, pilastro della cultura occidentale, con un'atmosfera metafisica che guarda al passato

Generico aprile 2024

Riuscire a partecipare alla Biennale di Venezia è il sogno di tutti gli artisti italiani ed esteri. Essere presenti con le proprie opere, significa aver raggiunto una tappa fondamentale, il massimo livello, nella propria carriera artistica.
Alla 60esima Esposizione Internazionale d’Arte, a cura di Adriano Pedrosa e dal titolo quest’anno “Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere”, anche la Calabria ha una sua rappresentanza. Tra i numerosi artisti,provenienti da varie parti d’Italia e del mondo, c’è infattiSalvatore Scaramozzino, in mostra al padiglione nazionale Grenada con l’opera “Ostacoli, raggi di luce”.
Nato nel piccolo paese di Dinami, in provincia di Vibo Valentia, dopo aver conseguito il diploma pressol’Accademia delle Belle Arti di Roma, specializzandosi in scenografia, Salvatore Scaramozzino inizia l’attivitàdi artista.
Nel 1985 si trasferisce a Milano dove trova lavoro in diversi laboratori di scenotecnica, tra questi Sormani eArianese, durante cui acquisisce nuove tecniche pittoriche espressive. Lavora per il teatro lirico, la prosa e la televisione e attualmente insegna arte applicata elaboratorio di architettura, scenografia e arredamento presso l’Istituto Statale d’Arte di Cantù.
Nel corso della sua lunga carriera ha partecipato a mostre nazionali e internazionali, tra cui in Francia, Svizzera e Stati Uniti. Più recentemente le sue opere sono state esposte al Museo MIIT di Torino e a Palazzo Velli Expo durante l’Esposizione Triennale di Arti Visive di Roma.
L’arte di Scaramozzino enfatizza il classicismo, pilastro della cultura occidentale, con un’atmosfera metafisica che guarda al passato.
Negli ultimi tempi i suoi lavori si sono spostati verso l’astrazione, con la tela tagliata e una composizione ottenuta dipingendo su veli di garza trasparenti. Protagonista nella sua arte è diventato dunque il fattore materico, con gessi e fili che permettono all’immagine di risaltare.
Parlando del suo modo di concepire l’astrattismo, Scaramozzino spiega: “Nell’universo dell’arte figurativa il racconto è indicato dalle figure, dal realismo, dalle foto, dalle immagini, ma poi tutto si ferma. È come aver letto un romanzo o aver visto un film. Nell’arte astratta invece, l’osservatore è padrone delle sensazioni che gli vengono espresse e suggerite dal dipinto o dal corpo scultoreo. Il pensiero quindi va oltre l’immagine realistica.”
Questa sua poetica è ben evidente nell’opera esposta alla Biennale. Il suo lavoro, “Ostacoli, raggi di luce”, si sviluppa infatti in una cornice vuota in cui raggi in diagonale convergono in un punto e illuminano il pianeta. L’intera composizione pittorica-plastica si sviluppa e si evolve come fosse una scultura a rilievo.
L’assemblaggio di diverse materie, la leggerezza della garza e i sottili strati di stucchi convivono con la luce creando una superficie di alti e bassi, come l’essere vivente di qualsiasi genere. L’opera trova ispirazione dalpensiero dellartista: L’uomo non potrà vivere da solo,non può distaccarsi dall’ambiente in cui vive, non può evitare gli ostacoli, ma li deve affrontare. Come quelli della luce, anche il vuoto è una convivenza.

Più informazioni