Cronaca

‘Ndrangheta nel Vibonese: assolti congiunti del boss (NOMI)

Erano accusati di aver maltrattato e ridotto in schiavitù una testimone di giustizia

Giustizia: il tribunale di Catanzaro

Giulia Tripodi, 85 anni, di Limbadi, e del figlio Domenico Mancuso, 50 anni sono stati assolti dalla Corte d’Assise di Catanzaro dalle accuse di maltrattamenti in famiglia e riduzione in schiavitù aggravato dalle modalità mafiose “per non aver commesso il fatto” e “perché il fatto non sussiste”. Non avrebbero, quindi, ridotto in schiavitù Ewelyna Pytlarz, la moglie polacca di Domenico Mancuso, fratello dei boss Giuseppe Mancuso, “Pino Bandera” e Pantaleone Mancuso, detto “Scarpuni”. La notizia è riportata nei dettagli nell’edizione cartacea di oggi de “il Quotidiano del Sud”.

Ewelyna Pytlatrz, testimone di giustizia dal 2013 aveva raccontato ai magistrati quali erano le sue condizioni di vita. Marito e suocera, poi – secondo il suo racconto – l’avrebbero costretta a lavorare nel forno di famiglia giorno e notte oltre che occuparsi della sua famiglia ed essere impiegata nelle pulizie di altri componenti della famiglia Mancuso.
La giovane era emigrata dalla Polonia nel 2006 e aveva conosciuto Domenico Mancuso a Limbadi. Un anno dopo lo sposò.

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