Attualità

Calciatore morto per malore, il padre: «Non c’era un medico». E la procura apre un fascicolo

Per domani era stato fissato il riscontro diagnostico, che però è stato sospeso in attesa che sia disposta l'autopsia

Generico aprile 2024

La procura di Firenze ha aperto un fascicolo modello 45 – per atti non costituenti notizia di reato e al momento senza indagati – sulla morte di Mattia Giani, l’attaccante del Castelfiorentino che domenica 14 aprile ha accusato un malore durante una partita con il Lanciotto ed è deceduto lunedì mattina all’ospedale di Careggi.
Per domani era stato fissato a Careggi il riscontro diagnostico, che però è stato sospeso in attesa che la procura disponga l’autopsia.

Era stato Sandro Giani, padre di Mattia, il 26enne attaccante del Castelfiorentino morto a Careggi dopo un malore accusato domenica a Campi Bisenzio, vicino Firenze, durante la gara di Eccellenza contro il Lanciotto ad annunciare un esposto. «Siamo distrutti ma ora vogliamo la verità. Presenteremo una querela perché vogliamo capire come è morto nostro figlio».

Giani era allo stadio con la famiglia e con la fidanzata di Mattia quando il figlio si è sentito male: «Io so solo che il medico su quel campo non c’era. E che la prima ambulanza è arrivata, senza medico, dopo 15 minuti».

Prima dell’arrivo dell’ambulanza, ha aggiunto Giani, «il massaggiatore ha provato a rianimare mio figlio, poi è scesa una spettatrice dagli spalti che lavora come infermiera per dare una mano. Il defibrillatore c’era ma è stato usato solo dal medico trasportato dalla seconda ambulanza. Si può morire così?».

L’Asl spiega che l’ambulanza in realtà è arrivata in 8 minuti e il Lanciotto afferma che i medici erano a bordo campo, come imposto dal regolamento Figc.