Cronaca

Ucciso in Calabria dopo una lite, chieste pesanti condanne (NOMI)

La vittima riuscì a fare i nomi degli aggressori prima di finire in coma

toga-jpg-17.jpg

Il silenzio che avvolgeva l’omicidio di Francesco Prisco, avvenuto a Tortora nel febbraio dello scorso anno, si è finalmente squarciato grazie alla sua determinazione nel suo estremo atto di sopravvivenza. Dopo dieci giorni di agonia, durante i quali ha lottato contro la morte, Prisco è riuscito a pronunciare i nomi dei suoi assassini, offrendo così un prezioso indizio alla giustizia.

Nella giornata di ieri, il pubblico ministero della Procura della Repubblica di Paola, Mariolina Bannò, ha presentato una richiesta di condanna senza appello per i tre imputati nel processo per l’omicidio di Prisco. Angelo Lentini, Michele Tufano e Jonathan Russo hanno sentito pesare su di loro l’accusa di aver contribuito alla fine tragica del 32enne Prisco.

Il quadro delineato dalla Procura è stato chiaro ed incisivo. Lentini, 42 anni, residente a Praia a Mare, è stato indicato come l’esecutore materiale del delitto, e per questo motivo è stato richiesto un duro castigo di 20 anni di reclusione. Tufano, 39 anni, originario di Napoli ma residente a Tortora, e Russo, coetaneo di Lentini e anch’egli residente a Praia a Mare, sono stati considerati complici nell’aggressione mortale, e per questo sono stati richiesti 20 e 18 anni di carcere, rispettivamente.

Nonostante le ferite gravi, Prisco è riuscito a sopravvivere abbastanza a lungo da indicare agli investigatori i nomi. È stato lui stesso, durante i primi soccorsi, a rivelare con precisione ai Carabinieri chi lo aveva attaccato, designando Lentini come l’esecutore.

Nonostante gli sforzi delle forze dell’ordine, l’arma del delitto non è mai stata ritrovata, e questo mistero rimane uno dei punti oscuri di questa tragica vicenda.

Più informazioni